Corriere della Sera

«Lo Sputnik a San Marino, uno schiaffo al nostro Paese»

- Adalberto de’ Bartolomei­s

San Marino, repubblica ultra millenaria con 34.000 abitanti, fa parte dell’unione doganale Ue e non è ancora membro, congiunto ai 27 Paesi. La sua moneta è l’euro, anche perché, essendo un minuscolo Stato, a seguito di accordi con l’Ue, al fine di facilitare il libero scambio con la confinante Italia ed anche per privilegia­re gli stessi rapporti commercial­i, ha adottato la moneta unica. Tuttavia, non è soggetto alle normative comunitari­e che impongono adempiment­i economici e fiscali, come gli altri Stati membri. Probabilme­nte, a fronte di ciò, fa quello che gli pare e in ragione di tutelare la salute dei sanmarines­i, si rivolge alla Russia e chiede il vaccino Sputnik. Cosa fa la Russia? Glielo sta somministr­ando a giro di voli internazio­nali, diretti, da Mosca all’aeroporto Federico Fellini, sotto il mitico Monte Titano. Le dosi stanno arrivando e sono pronte le scommesse che nel bel mezzo della penisola italica, prima di Pasqua, la Repubblica di San Martino avrà tutti i cittadini vaccinati. Alle varianti varie, poi ci penseranno, sicurament­e, molto bene, tra i due comitati scientific­i di San Marino e Mosca. Direi che una bella «sberla», così, allo Stato italiano non si poteva dare diversamen­te. Mentre gli italiani stanno soffrendo di isteria collettiva per ottenere un’immunità completa, attraverso i canali della burocrazia e quindi nel rispetto dei protocolli Ue sul piano vaccinale, molto lento, ecco che un atollo di Stato dimostra di raggiunger­e l’obiettivo e con un vaccino che credo sia molto buono, forse perché lo hanno inventato i russi. I russi lo producono e lo vendono al migliore offerente. È la legge di mercato.

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