Corriere della Sera

«Ora vorrei che mia figlia ricordasse per sempre la gioia dei miei occhi»

Laura: che emozione cantare per il film di Sophia Loren

- Stefania Ulivi

Misurata e patriottic­a (vestito rosso, pianoforte a coda bianco, luci verdi) nel collegamen­to tv. Scatenata e felice, in tutta la sua esuberanza romagnola, nei festeggiam­enti condivisi via social con i fan. Con il senno di poi, le parole di Io sì (Seen) sembrano una premonizio­ne: «Forse a te ne servono due sole: Sto qui /Nessuno ci crede, io sì.. Accetti l’impossibil­e... / Che destino è il tuo». Di certo la canzone — scritta con Diane Warren («gigante della musica mondiale»), e Niccolò Agliardi, con la supervisio­ne Bonnie Greenberg — ha portato bene a Laura Pasini. Ha vinto il Golden Globe al primo colpo, alla sua prima candidatur­a. Prima volta anche per un brano interament­e cantato in italiano.

Dopodomani festeggerà in diretta tv dal palco dell’Ariston, al festival. Intanto si gode, raggiante, il giorno più lungo che non sembrava finire mai. «Ricevere questo onore mi fa esplodere il cuore — confessa la cantante —. Non mi sono mai abituata a ricevere i premi. Non ci credo mai. Incredibil­e non me l’aspettavo, non lo avevo neanche sognato! Io mi presento in luoghi lontani dalla mia terra ma sempre con l’Italia addosso».

Da Solarolo a Hollywood la strada è lunghissim­a. Cosa significa questo premio?

«Sono orgogliosa perché quello che stiamo vivendo io e le persone che lavorano con me è il risultato di un lavoro fatto davvero con il cuore. E quando mi hanno detto che per il film in tutto il mondo era stata scelta la versione in italiano è stato già un premio grandissim­o. È stato un onore dare voce al personaggi­o di Mama Rosa, per trasmetter­e un messaggio così importante, di accoglienz­a e unità».

«La vita davanti a sé», tratto dal romanzo di Romain Gary, vede il ritorno in scena di Loren, convinta dal figlio Edoardo Ponti. Chi è Sophia per lei?

«Un esempio. È un’italiana che ha lasciato un segno e è amata da tutti. Le sue scelte sono sempre state ponderate, ha sempre rappresent­ato la figura della donna in modo diverso e meraviglio­so. Sono felice che abbia scelto me per dare voce al messaggio importante del suo film».

A chi dedica il trofeo?

«A tutti coloro che vogliono e meritano di essere “visti” e a quella ragazzina che 28 anni fa vinse Sanremo e non si sarebbe mai aspettata di arrivare così lontano. All’Italia, alla mia famiglia, alla mia bimba che di questo giorno vorrei ricordasse la gioia nei miei occhi e che bisogna sempre credere nei propri sogni».

E adesso? Nuovi progetti per il cinema?

«Avevo fatto One more time, la canzone che ha accompagna­to Le parole che non ti ho detto con Kevin Costner e Robin Wright. Ma mai una cosa così coinvolgen­te: ho partecipat­o dall’inizio al progetto, lavorando fianco a fianco di Diane Warren e poi con Edoardo che ha fatto un grandissim­o lavoro aiutandomi con tutte le sfumature del film».

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Laura Pausini in collegamen­to per i ringraziam­enti dopo il premio alla sua canzone «Io sì (Seen)» del film «La vita davanti a sé»
In rosso Laura Pausini in collegamen­to per i ringraziam­enti dopo il premio alla sua canzone «Io sì (Seen)» del film «La vita davanti a sé»
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Insieme Sophia Loren e Ibrahima Gueye in una scena del film di Ponti

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