Il Milan riparte ma perde Ibra il «Vagabondo» e anche Calha
Dopo la domenica bestiale, un lunedì da dimenticare, odioso almeno quanto quello della canzone di Vasco Rossi del 1987. Nel giro di una manciata di ore il Milan è passato dall’entusiasmo per il colpaccio dell’Olimpico al rammarico per un bollettino medico che peggio di così era impossibile. Pioli riparte ma perde i pezzi. Due in un colpo solo: Ibrahimovic e Calhanoglu. La notizia peggiore riguarda Zlatan, il cui infortunio è ben più serio di quanto era sembrato nei minuti successivi alla vittoria sulla Roma, che potrebbe rivelarsi fondamentale per la corsa all’oro della Champions.
Lesione all’adduttore, la spietata diagnosi dello staff del dottor Mazzoni. Significa che Ibra starà fuori fra le due e le tre settimane, saltando quindi le partite con Udinese, Verona, Manchester United e Napoli. «Il grande uomo sta tornando» avevano scritto i Diavoli Rossi sul proprio sito ufficiale appena era uscito il sorteggio degli ottavi di Europa League. L’incrocio con l’ex a Old Trafford sarebbe stato uno show nello show, ma è più probabile che Solskjaer sia più contento così.
Per Zlatan, al quarto problema medico stagionale dopo Covid, lesione al bicipite femorale e soffusione emorragica al polpaccio, comincia la settimana a Sanremo fra palco e realtà. Ieri le prime prove all’Ariston. Giovedì canterà «Io vagabondo» dei Nomadi insieme a Mihajlovic,
Amadeus e Fiorello. Oggi ci sarà un nuovo confronto con i medici per le terapie, ma l’infortunio non dovrebbe modificare il programma: domani tornerà comunque a Milano per stare vicino ai compagni che affronteranno l’Udinese. Col Festival si collegherà in video. Oggettivamente la soluzione migliore, per molte ragioni: prima di tutto perché la scaletta della serata dell’Ariston era già definita e poi perché la presenza di Zlatan nello spogliatoio prima della partita può essere d’aiuto.
Con la vittoria di Roma i rossoneri hanno mandato un segnale forte dopo 4 partite sbagliate, ma la stagione è lunga e serve continuità. Da qui a maggio sarà uno sprint senza soste, che il ritrovato Milan dovrà però affrontare in piena emergenza. Se per Rebic la botta all’anca non è nulla di grave, per Calhanoglu l’edema ai flessori significa almeno due partite fuori. E siccome anche Mandzukic non rientrerà prima di dieci giorni, è chiaro che l’attacco è tutto da inventare. Appena tornato a sorridere, il Diavolo deve già stringere i denti.
Domani Zlatan sarà a San Siro in tribuna, giovedì al Festival di Sanremo canterà