Le canzoni più belle
Colapesce Dimartino
Un fischio e una chitarra che fanno spaghetti western in apertura, nel ritornello gli archi in stile dance anni Settanta ma c’è più malinconia che Studio 54: è «Musica leggerissima», non quella usa e getta, ma quella che ci salva dai momenti bui della vita.
Madame
Le prove di ieri hanno dimostrato la scarsa attitudine al palco di molti della nuova generazione. Madame, che con i suoi 19 anni è la più giovane, ci sale con naturalezza e a piedi nudi. «Voce» è un rap/trap che esce dagli schemi delle storie di strada per andare nei sentimenti e raccontare (anche) di un amore fluido.
Coma_Cose Progetto artistico e di vita: California era commessa nel negozio in cui Lama ha iniziato a lavorare dopo il fallimento della carriera solista. Se aggiungi che nel testo lei si definisce senza baricentro, sembrerebbe la parte fragile. Sul palco invece le «Fiamme negli occhi» le ha lei: dolce e padrona della scena
Max Gazzè
«Il farmacista» più pazzo del mondo, quello che ha un rimedio in tasca per tutti (assomiglia tanto ai tuttologi da tastiera), non può che avere la band più pazza del festival: dei cartonati con il volto di Marilyn Monroe, Jimi Hendrix, Paul McCartney e la regina Elisabetta.
Måneskin
La sana arroganza dei vent’anni, altro che l’umiltà predicata nei talent. L’energia del rock tirato che va dagli anni 70 ai Rage Against the Machine, altro che i suoni precotti. La formula sembra morta, sparita dalle classifiche, ma ogni volta che qualcuno la tira fuori funziona ancora. E allora «Zitti e buoni».
Willie Peyote
Ecco uno che nel mare di amore banale si è accorto che siamo nel 2021. «Mai dire mai (la locura)» del rapper torinese è rime taglienti, citazioni dalla serie tv Boris, teatri chiusi e stadi aperti, cantanti venduti ai brand. Sorriso con finale amaro come un vermouth. Però ci porta tutti a ballare