Gli errori dell’Europa e le reazioni dei lettori
Caro Aldo, a proposito del suo editoriale sugli errori commessi dall’Europa, da storico (ahimè non più attivo) frequentatore del mondo farmaceutico globale, ricordo che nel 1969 il Canada per far fronte all’alto costo dei farmaci introdusse la «Compulsory License», che consentiva l’importazione e/o la produzione locale di farmaci coperti da brevetto, obbligando i licenziatari al pagamento di una ragionevole Royalty. Successivamente, a seguito della forte pressione degli Stati Uniti conclusasi con la firma del Free Trade tra Usa e Canada degli anni 19851987, la Compulsory License fu limitata con la legge C-22 dando ai brevetti protezione dalla Compulsory License per 7-10 anni. Se l’Europa (e non solo un singolo Stato) una volta esaurite tutte le altre soluzioni amichevoli con le industrie farmaceutiche, vuole veramente tutelare l’interesse pubblico lo strumento legale ci sarebbe.
Aldo Rucano
Il punto fondamentale è la nefandezza commessa nel contratto per i vaccini privo di penali automatiche nel caso di inadempienza della Bigpharma! Una clausola che avrebbe suggerito qualsiasi studente del primo anno di giurisprudenza. In uno Stato serio il responsabile politico del disastro che comporterà migliaia di morti in più si sarebbe dimesso (o sarebbe stato costretto alle dimissioni).
Giovanni Corradini, Firenze
Ci troviamo purtroppo di fronte al problema eterno: burocrazia europea sommata a burocrazia italiana possono far sì che i tempi si allunghino oltre limiti ragionevoli. Ma una parte di popolazione non ce la fa più a rispettare le regole pagando e facendo pagare a tutti conseguenze sanitarie ed economiche gravi.
Giovanni Pantaleo, Roma
Mia madre Elvira Griziotti, 84 anni è paraplegica da 50 e ha un piaga cronica da decubito cronico da 7 anni. A oggi dopo avere effettuato la registrazione online (Ats Milano), non andata da buon fine per errore non nostro, non abbiamo alcuna notizia per la prenotazione o i tempi della vaccinazione.
Paolo Ferri