Banchi, primule e altri errori Caduta di un re
Politicizzare la scelta del generale Francesco Paolo Figliuolo come commissario straordinario per il Covid sarebbe un errore. Né si può pensare che la sostituzione di Domenico Arcuri sia stata dettata solo dall’esigenza di sottolineare una cesura rispetto al governo precedente. In realtà, le perplessità sulla gestione dei vaccini e, prima, delle forniture per le scuole e gli ospedali circolavano da mesi. Cresceva l’esigenza di avere qualcuno che si concentrasse esclusivamente sulla pandemia, senza altri incarichi.
Il fatto che Arcuri fosse considerato espressione dei Cinque Stelle ha pesato solo in parte. Già la decisione del premier Mario Draghi di richiamare alla Protezione civile Fabrizio Curcio, qualche giorno fa, era l’indizio della volontà di cambiare ritmo e schema. La nomina di Figliuolo la rafforza, per le competenze in materia di logistica dimostrate dal generale dell’esercito. Parlare di militarizzazione dell’emergenza contro il Covid-19 non è esagerato.
Può preoccupare qualcuno, ma va inquadrata in una strategia che tende a ridurre il rischio di ritardi, commistione di ruoli, e polemiche politiche. Il centrodestra esulta, sostenendo che Draghi ha compiuto il «cambio di passo» invocato da Lega, FdI, FI. Si associa anche Iv. Ma in realtà plaude alla decisione lo stesso Pd, pur ringraziando Arcuri per il lavoro svolto. L’impressione è che alcuni leader vogliano appropriarsi di una svolta in maturazione da tempo; e della quale si potranno misurare contraccolpi e conseguenze fin dalle prossime settimane.
La vera logica che si indovina dietro l’iniziativa di Palazzo Chigi è quella di restituire allo Stato la chiave delle decisioni; e di farlo costruendo una catena di comando che passa per la Protezione civile e l’esercito. Significa prevedere un’integrazione tra strutture sanitarie e militari, per fronteggiare senza sbavature un’eventuale impennata dei contagi e garantire vaccinazioni rapide; e collegarle con il territorio, centralizzando le decisioni. Per una destra che esalta il ruolo delle forze dell’ordine, è una vittoria ma anche un richiamo a evitare conflitti tra Stato e regioni, spesso a guida leghista.
È stata questa sconnessione, con i veleni che ne sono scaturiti, a spaventare e irritare l’opinione pubblica. Con l’aggiunta delle diatribe tra virologi che, senza volerlo, hanno contribuito alla confusione. In questo, si tratta di un’operazione che marca la discontinuità col governo di Giuseppe Conte. E segna, più che un cambio di passo, l’opzione per un modello totalmente diverso. La scelta di Figliuolo corrisponde, sul piano della gestione della pandemia, a quella di Draghi al vertice del governo. È la presa d’atto di una situazione drammatica.