Corriere della Sera

La condanna di Sarkozy Carla lo difende: è accaniment­o

L’ex presidente colpevole di corruzione. Svanisce il sogno di ricandidar­si nel 2022

- di Stefano Montefiori

L’ex presidente francese Nicolas Sarkozy condannato a tre anni (due con la condiziona­le). È stato riconosciu­to colpevole di corruzione. Non potrà candidarsi per le presidenzi­ali del 2022. «Che accaniment­o» il commento della moglie Carla Bruni. L’ex presidente ha presentato istanza di appello.

Un presidente emerito con il braccialet­to elettronic­o. È questo lo scenario senza precedenti che si apre per Nicolas Sarkozy, condannato in primo grado nel caso «Paul Bismuth»: tre anni di carcere – dei quali due con la condiziona­le – per l’uso del suo potere di influenza e la corruzione di un magistrato. La pena è sospesa perché Sarkozy ha presentato subito appello, il nuovo processo è atteso per l’anno prossimo. Ma diventa a questo punto impossibil­e la candidatur­a alle presidenzi­ali della primavera 2022, che Sarkozy non aveva ancora evocato ma che molti nella destra francese sognavano.

Tentare o no un nuovo grande ritorno in politica: la decisione era appesa alla sentenza del tribunale di Parigi, che ieri ha ridotto la pena richiesta a dicembre dalla procura nazionale finanziari­a (quattro anni di cui due con la condiziona­le) accogliend­one però le ragioni di fondo. Sarkozy diventa così il secondo presidente emerito a subire una pena detentiva dopo Jacques Chirac (due anni con la condiziona­le nel 2011 per gli impieghi fittizi da sindaco di Parigi), e il primo a essere colpito da una pena effettiva. Resta presunto innocente fino all’appello, alla Cassazione e, se necessario, al probabile ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Ma un ritorno all’Eliseo dopo il mandato 2007-2012, in queste condizioni, è impensabil­e.

I fatti contestati risalgono all’inizio del 2014, quando Sarkozy e il suo legale, Thierry Herzog, cercavano di ottenere informazio­ni relative ad altre inchieste a carico di Sarkozy, quelle relative ai presunti finanziame­nti ottenuti da Gheddafi e da Liliane Bettencour­t per la campagna elettorale del 2007. L’avvocato Herzog si era accorto che il telefonino di Sarkozy era intercetta­to dai magistrati, allora ha comprato due carte telefonich­e prepagate registrand­ole con il primo nome che gli è venuto in mente: Paul Bismuth, un vecchio compagno di liceo mai più visto né sentito (che vive in Israele ed è molto seccato per questa notorietà mondiale non richiesta).

Credendosi al sicuro dalle intercetta­zioni, il finto Paul Bismuth ovvero Nicolas Sarkozy e l’avvocato Herzog si sono lasciati andare a conversazi­oni compromett­enti riguardo a colui che chiamavano «il nostro amico», ovvero l’alto magistrato di Corte di cassazione Gilbert Azibert. Solo che anche la linea registrata sotto il falso nome di Paul Bismuth è stata ben presto messa sotto ascolto.

I giudici sono convinti che Sarkozy e l’avvocato Herzog si siano messi d’accordo con Azibert per ottenere informazio­ni riservate sulle indagini, in cambio di un aiuto per fargli avere l’ambita poltrona di giudice nel Principato di Monaco. «Se tu potessi mettere una buona parola a favore di Gilbert per quel posto che sta per liberarsi...», dice Herzog a Sarkozy. Il giudice, poi, quel posto, non l’ha ottenuto. Ma tutti e tre – Sarkozy, Herzog e Azibert – sono stati comunque riconosciu­ti colpevoli.

Una sentenza che di fatto elimina un ipotetico avversario politico, ma che certo non rallegra il governo francese: il ministro della Giustizia, l’avvocato Eric Dupond-Moretti, la scorsa estate ha trascorso alcuni giorni di vacanza con il collega Herzog, e il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, ha iniziato la carriera come delfino di Sarkozy, confermand­ogli dopo la condanna il suo «sostegno di amico».

Carla Bruni ha reagito pubblicand­o su Instagram una foto accanto al marito sorridente: «Che accaniment­o insensato amore mio. La nostra lotta continua, la verità verrà alla luce #Ingiustizi­a».

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Sarkozy con la moglie Carla Bruni
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L’ex presidente francese Nicolas Sarkozy in tribunale ieri a Parigi per ascoltare il verdetto ( Anne-Christine Poujoulat/Afp)
In tribunale L’ex presidente francese Nicolas Sarkozy in tribunale ieri a Parigi per ascoltare il verdetto ( Anne-Christine Poujoulat/Afp)

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