La Juve vince. Oggi il Milan
Lazio-Toro, niente rinvio Ora deciderà il giudice
La manutenzione della Juventus è una faccenda complicata, soprattutto in questa fase della stagione con cinque titolari ancora fuori per infortunio. Ma appena Andrea Pirlo ritrova un pezzo fondamentale della sua costruzione aggiusta la partita con lo Spezia, bloccata per oltre un’ora sul pareggio come un tubo otturato: ad Alvaro Morata, dopo tre settimane alle prese con il citomegalovirus, basta un minuto per entrare e ridare il sorriso a Madama, non solo per il gol scacciapensieri, inizialmente annullato per fuorigioco, ma anche perché la presenza del centravanti cambia faccia alla squadra. E le ridà vibrazioni giuste in un momento molto delicato, come confermano i due gol successivi di Chiesa e Ronaldo.
La truppa di Pirlo tra una settimana si gioca mezza stagione e deve ribaltare la sconfitta dell’andata con il Porto. Nel frattempo si trova nella spiacevole condizione di non poter perdere più altro terreno in campionato (ora è a 7 punti dall’Inter), se non vuole tirare fuori il fazzoletto e salutare il treno scudetto dopo nove anni. Per questo il recupero di Morata, al quale potrebbero seguire quelli di Bonucci, Chiellini e Cuadrado sabato contro la Lazio e forse di Arthur e Dybala per la Champions, è cruciale. E per una volta, oltre all’ingresso dello spagnolo, è fondamentale anche quello di Bernardeschi, autore dell’assist per Morata e per il 2-0 di Chiesa che segna con un gran tocco da terra dopo la respinta di Provedel.
Che sia una serata potenzialmente scivolosa, la Juve lo capisce già nel riscaldamento. La difesa perde anche De Ligt dolorante per una botta presa a Verona. Al suo posto c’è Frabotta, con Alex Sandro dirottato centrale. La Juve gioca a basso ritmo, lasciando iniziativa allo Spezia, intraprendente nel pressing e dall’identità sempre riconoscibile: i bianconeri alzano pochissimo i due esterni arretrati, sfruttano poco McKennie e si muovono con troppi tocchi, in modo piatto e prevedibile, anche per l’assenza prolungata del loro numero 9. Solo Chiesa cerca di alzare i giri con una certa continuità e dopo una quarantina di minuti tira per la prima volta nello specchio: meglio tardi che mai, perché appena si alza un po’ il ritmo anche Ronaldo si prepara la palla buona sul destro, ma il tiro si stampa sul palo più lontano.
Sembra un segnale, ma lo è fino a un certo punto, perché solo i cambi danno un’altra marcia alla Juve: con l’ingresso di Morata, la sinistra rifiorisce con Kulusevski e la spinta di Bernardeschi. Chiesa trova compagnia e affonda il colpo. E alla fine anche Ronaldo pesca il diagonale vincente. Galabinov invece al 95’ si fa parare il rigore da Szczesny (fallo di Demiral su Gyasi). Perché se una cosa può andare peggio, andrà peggio. Ma con più fiducia e qualche altro rientro, per la Juve potrebbe essere vero anche il contrario.
Pirlo
Un po’ di stanchezza all’inizio, poi i cambi ci hanno fatto svoltare
Morata
Non sarà facile, ma noi crediamo ancora nello scudetto