Il 54% dei contagi è da variante inglese
Ieri 17.083 nuovi casi e 343 vittime, tasso di positività in calo al 5,1% L’indagine dell’Iss: «La mutazione ha preso il sopravvento, è allarme»
«La situazione è leggermente peggiorata, da dieci giorni l’indice Rt sta aumentando con un ritmo simile a quello di ottobre» spiega il fisico Roberto Battiston dell’Università di Trento. L’ultimo bollettino registra una crescita di contagi in 24 ore: sono 17.083 i nuovi casi (+13.114 rispetto al giorno prima), a fronte di 335.983 tamponi (oltre 165 mila in più) con un tasso di positività di 5,1%, sceso di 2 punti e mezzo dal 7,7% di lunedì (accade quando si fanno più test).
È vero che un incremento delle nuove infezioni si osserva sempre di martedì e dipende dalla mole di analisi processate con una conseguente riduzione del rapporto di casi/tamponi, ma dal confronto con lo stesso giorno di una settimana fa, quando sono stati comunicati +13.314 casi con tasso 4,4%, si vede come lo scenario si stia aggravando.
«Quella che era una lenta discesa sta diventando una rapida salita — precisa Battiston — ma con una differenza sostanziale rispetto a ottobre, quando è iniziata la seconda ondata: allora non c’erano 430.996 attualmente positivi, pari a otto volte il numero di fine settembre».
Preoccupano le varianti che stanno prendendo il sopravvento. In Italia, la variante inglese «sta diventando quella prevalente, e in considerazione della sua maggiore trasmissibilità occorre rafforzare e innalzare le misure di mitigazione in tutto il Paese nel contenere e ridurre la diffusione del virus, mantenendo o riportando rapidamente i valori di Rt a valori sotto 1 e l'incidenza a valori in grado di garantire la possibilità del sistematico tracciamento di tutti i casi», spiega una nuova «flash survey», indagine condotta dall’Istituto superiore di sanità e dal ministero della Salute assieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler. Lo studio mostra le stime di diffusione del virus mutato (al 18 febbraio scorso): il 54% delle infezioni sul nostro territorio sono dovute a variante inglese, il 4,3% a quella brasiliana e lo 0,4% a quella sudafricana. «Dai dati — si legge — emerge una chiara espansione geografica delle varianti dall’epicentro umbro a regioni quali Lazio e Toscana della cosiddetta variante brasiliana, che deve essere contrastata con le massime misure di mitigazione».
Aumentano le vittime: 343 contro le 246 del giorno prima (97 in più). Di nuovo più di 300, dopo quattro giorni al di sotto di questa soglia. Solo la Valle d'Aosta non ha decessi da una settimana, mentre il maggior numero di morti è in Lombardia (+55), Emilia-Romagna (+44), Puglia (+40) e Campania (+36). Si alza la pressione sul sistema sanitario: i posti letto occupati nei reparti Covid ordinari sono +458 e quelli in terapia intensiva sono +38, con 222 nuovi ingressi in rianimazione.