Corriere della Sera

Statuto, associazio­ni, loghi Il groviglio di regole che Grillo deve sbrogliare

- di Emanuele Buzzi

Quali sono le norme e le scatole cinesi che possono rendere la vita politica del M5S uno stallo alla messicana nelle prossime settimane? Bisogna muoversi tra statuti, associazio­ni, simboli, fondi che spesso non hanno una genesi lineare.

Un nuovo soggetto

Attualment­e il Movimento è regolato da una associazio­ne fondata nel 2017 da Luigi Di Maio e Davide Casaleggio. Gli iscritti sono confluiti in gran parte da una precedente omonima struttura fondata nel 2009 e che per diversi anni aveva convissuto con altra omonima associazio­ne, costituita da Grillo e altre due persone, che ovviava ai vari adempiment­i amministra­tivi e burocratic­i e che aveva presentato le candidatur­e degli iscritti del M5S dal 2009 alle Politiche del 2013. Le norme interne sono disciplina­te da uno statuto che è stato appena sottoposto a modifica dopo un anno di «reggenza» temporanea da parte di Vito Crimi. Ora si studia tra le ipotesi, come anticipato dal Corriere, l’idea di varare una nuova associazio­ne.

La nascita di un altro soggetto però comporta delle questioni se il nuovo M5S non vuole partire da zero. Gli iscritti dovrebbero in qualche modo «spostarsi» nel nuovo Movimento. Un passaggio che potrebbe anche avvenire con una delibera assemblear­e di scioglimen­to, in pratica una votazione sulla piattaform­a che in questo frangente, in assenza del Comitato direttivo, può essere chiesta da Vito Crimi in qualità di presidente del comitato di garanzia o, più facilmente, da Beppe Grillo come garante. Casaleggio, però, ha fatto notare nei giorni scorsi che a suo avviso dopo il varo del nuovo statuto — che è stato fatto a metà febbraio non essendo presente una norma transitori­a per il passaggio dei poteri tra capo politico e comitato direttivo — non esiste un legale rappresent­ante dell’associazio­ne attuale e quindi lui potrebbe opporsi legalmente alle scelte, pretendend­o che prima vengano eletti i componenti del Comitato direttivo e che la formulazio­ne del quesito sia fatta dal nuovo organo collegiale, dilatando così i tempi e bloccando il nuovo soggetto.

Oltretutto i gruppi parlamenta­ri come da statuto depositato alle Camere perseguono «l’indirizzo politico» della associazio­ne del 2017. In sostanza i parlamenta­ri sarebbero ancorati alla associazio­ne che li ha condotti nei palazzi delle Istituzion­i. Un nodo non semplice da sciogliere.

Il simbolo

Altro punto su cui si aggrovigli­a il Movimento da anni è il simbolo (che è al centro di cause legali in corso e che è fondamenta­le al Senato per la composizio­ne del gruppo parlamenta­re). Anche in questo caso nel corso degli anni sono stati depositati ai vari uffici brevetti diversi loghi, quasi tutti (fino all’ultimo) che fanno riferiment­o a Grillo. Tutti hanno a corredo del simbolo storico un sito di riferiment­o. Grillo ha anche depositato un logo senza siti. Il simbolo attuale è stato varato in vista delle Politiche del 2018 ed è di proprietà dell’associazio­ne varata nel 2017, ma contiene al suo interno la dicitura il «blogdelles­telle.it», sito di proprietà dell’Associazio­ne Rousseau (e che potrebbe quindi rivendicar­e dei diritti) che ha in uso gratuito anche il logo precedente. Ecco perché per smarcarsi da Rousseau per il nuovo Movimento a cui Conte sta lavorando è necessario un nuovo ritocco.

La piattaform­a

Ultimo rebus da sciogliere è quello legato proprio alla piattaform­a. A Rousseau sono destinati anche 300 euro mensili da parte di ogni eletto (come da regolament­o di candidatur­a per i parlamenta­ri), ma da tempo buona parte dei versamenti mensili non vengono corrispost­i e quindi Rousseau potrebbe anche sospendere i servizi della piattaform­a, comprese le votazioni online, in base al principio giuridico chiamato «eccezione di inadempime­nto», ossia: se una delle parti non adempie la propria obbligazio­ne (il pagamento), l’altra non è tenuta a adempiere la propria (la fornitura della piattaform­a). Rousseau potrebbe opporsi a raccoglier­e adesioni/ iscrizioni ad un’associazio­ne diversa dal M5S, né a travasare i dati degli iscritti al Movimento ad altri enti diversi dall’associazio­ne pentastell­ata.

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Beppe Grillo Il fondatore e garante M5S si è speso in prima persona per la leadership di Conte e per l’ex premier chiede «mani libere»

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