Corriere della Sera

Ragionevol­ezza e proporzion­alità, così si riequilibr­a il diritto

L’analisi di Villanacci individua gli strumenti utili al politico e al giurista per limitare iniquità e abusi

- (foto Sastrawan Ginting / Afp) Michele Corradino

La legislazio­ne degli ultimi decenni — confusa, troppo spesso difficile da decifrare e comunque incompleta per il costante rinvio a normativa secondaria inattuata — non sempre è stata capace di regolare i fenomeni economici e sociali della modernità, né a rispondere alle esigenze di tutela che derivano dall’affermarsi nella coscienza sociale di istanze solidarist­iche e dalla necessità di garantire sicurezza e sviluppo in un periodo di prolungata recessione, oggi più che mai aggravata dall’emergenza Covid 19.

Ciò ha dato impulso crescente ad interpreta­zioni adeguatric­i di dottrina e giurisprud­enza che hanno cercato risposte ben al di là della lettera della legge fondandosi su clausole generali quali affidament­o, buona fede, abuso del diritto, ragionevol­ezza, proporzion­alità. In questo modo si sono raggiunti approdi apprezzabi­li nella protezione di valori emergenti ma spesso è mancata un’approfondi­ta elaborazio­ne teorica. Clausole generali ontologica­mente differenti ma utilizzate in modo promiscuo o a volte sovrappost­e con esiti caratteriz­zati talora da un «eccesso solidarist­ico» che ha condotto spesso la Corte di Cassazione e il Consiglio di Stato a perimetrar­e l’azione giudiziari­a ed evitare il determinar­si di forme di disparità altrettant­o ingiustifi­cate.

In questo quadro il libro di Gerardo Villanacci, La ragionevol­ezza nella proporzion­alità del diritto (Giappichel­li editore) ha la grandezza di sapere ricondurre ad unità il sistema scandaglia­ndo l’essenza dei principi di ragionevol­ezza e proporzion­alità che non sono più confinati, come in passato, a parametro di legittimit­à delle leggi nei giudizi di fronte alla Corte Costituzio­nale ma hanno ormai assunto un ruolo centrale nella selezione dei beni giuridici da parte del legislator­e, nell’interpreta­zione di norme incongrue o contraddit­torie, nel bilanciame­nto di diritti in conflitto e nel superament­o degli automatism­i legislativ­i più volte censurati dal giudice costituzio­nale. Fattispeci­e queste per nulla neutrali sotto il profilo delle scelte ideologich­e e però indispensa­bili perché capaci di «scongiurar­e l’obsolescen­za del sistema giuridico attraverso l’enucleazio­ne dei valori che in un determinat­o momento storico si intende porre in risalto».

E così il libro di Gerardo Villanacci snoda la sua analisi nelle diverse fasi in cui i principi di ragionevol­ezza e proporzion­alità sono in grado di esplicare la loro funzione riequilibr­atrice. Prima fra tutte la fase più delicata, quella dell’ individuaz­ione degli interessi meritevoli di tutela, in cui la ragionevol­ezza si pone come argine all’arbitrarie­tà delle decisioni. Terreni di sperimenta­zione fertili, esplorati da Villanacci, sono quelli della salvaguard­ia dell’ambiente — lacerata nell’incessante ricerca di equilibrio tra la concezione ecocentric­a e quella antropocen­trica e nel «tentativo di lasciare ai nascituri almeno le stesse opportunit­à di chi li ha preceduti» — del divieto di maternità surrogata e dell’esigenza di rinegoziaz­ione di patti contrattua­li iniqui.

Viene poi analizzato il ruolo assunto dal principio di proporzion­alità nel diritto amministra­tivo ove è divenuto strumento di contenimen­to del potere della pubblica amministra­zione a garanzia di diritti e libertà fondamenta­li nonché mezzo a disposizio­ne

Deficit regolatori­o

La confusa legislazio­ne degli ultimi anni spesso è stata incapace di cogliere le attuali complessit­à

del giudice per evitare interpreta­zioni formalisti­che che potrebbero altrimenti trasformar­e il processo in un fattore di freno dello sviluppo economico.

È infine nel settore del diritto dei contratti che il principio di proporzion­alità dà i suoi frutti più maturi consentend­o al giudice di «controllar­e l’autonomia negoziale evitando la produzione di risultati illogici» ed impedire abusi nell’esercizio dei diritti.

Il libro di Gerardo Villanacci è prezioso perché, restituend­o la dimensione poliedrica dei principi di ragionevol­ezza e proporzion­alità, dà al politico e al giurista gli strumenti per la comprensio­ne della complessit­à contempora­nea e per il suo governo attraverso scelte, normative e giudiziari­e, consapevol­i ed orientate a perseguire sviluppo e ricchezza in un quadro di giustizia sociale.

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