Corriere della Sera

Gentiloni: fondi prima dell’estate Panetta (Bce): avanti con gli stimoli

Il commissari­o Ue: Recovery, tranche del 13%. Licenziame­nti, blocco esteso fino a giugno

- Di Enrico Marro

È vero, ancora nessun Paese europeo ha consegnato il proprio Recovery plan a Bruxelles, ma l’Italia deve comunque sbrigarsi, perché il lavoro da fare è molto «e non sarà una passeggiat­a». Il piano per accedere alle risorse europee (per il nostro Paese ci sono 209 miliardi) va presentato entro la fine di aprile. E i primi fondi, pari al 13% del totale, potrebbero arrivare «prima della pausa estiva», ha detto il commissari­o Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni, ieri in audizione in Parlamento.

«Il lavoro fatto fin qui dal governo precedente è un punto di partenza coerente con i grandi orientamen­ti e le priorità, ma allo stesso tempo c’è ancora molto da fare», ha affermato Gentiloni. Il governo Draghi ne è consapevol­e e sta lavorando a una selezione dei programmi d’investimen­to su cui puntare e al rafforzame­nto delle riforme che garantisca­no l’effettiva realizzazi­one degli stessi. Realizzazi­one che deve essere sostenuta da un cronoprogr­amma e da valutazion­i d’impatto sulla crescita e sulla sostenibil­ità.

Finora a Bruxelles sono arrivate «bozze da una ventina di governi — ha detto il commissari­o —. Non abbiamo ricevuto piani definitivi da nessuno dei 27 Paesi. Con l’approvazio­ne di questi piani è prevista l’erogazione del 13% dell’ammontare delle risorse destinate a ciascun Paese. Sono abbastanza ottimista che questo 13% possa essere erogato prima della pausa estiva». Gentiloni ha quindi sottolinea­to che l’Italia potrebbe crescere nei prossimi due anni anche di più del 3,5-4% stimato dall’Ue. Tanto più che la commission­e sta valutando di «conservare una politica di bilancio espansiva finché necessario». Un orientamen­to al quale ha fatto eco Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo della Bce. Sarebbe un errore «interrompe­rle prematuram­ente» le politiche espansive, ha detto, perché si rischiereb­be di «frenare la crescita e comprimere l’inflazione per molti anni». La ricetta per uscire dalla crisi è sintetizza­ta da Panetta con una eloquente citazione del duo musicale Daft Punk: «Harder, better, faster, stronger». Intanto, la stessa Bce ha stabilito che la sanzione per le grandi banche che violeranno i requisiti prudenzial­i potrà arrivare fino al 10% dei ricavi annui totali o al doppio degli utili ottenuti o delle perdite evitate.

Slitta invece alla prossima settimana il decreto legge Sostegno (quello che il governo Conte chiamava Ristori). Anzi, i decreti dovrebbero essere due. Uno dedicato a imprese e lavoratori, con la proroga del blocco dei licenziame­nti, sul quale c’è un orientamen­to di massima per arrivare alla fine di giugno; il prolungame­nto della cassa integrazio­ne; 200 milioni per i congedi parentali; il nuovo meccanismo di indennizzi legato alle perdite e ai costi fissi e gestito con una piattaform­a telematica ad hoc. Un secondo decreto sarebbe invece dedicato al fisco: il differimen­to di un paio di mesi delle rate della Rottamazio­ne e del Saldo e stralcio congelate finora; la diluizione in due anni dell’invio di oltre 50 milioni di cartelle e altri atti della riscossion­e finora bloccati e forse un nuovo Saldo e stralcio per azzerare le cartelle ante 2015 inferiori a 5 mila euro.

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Fabio Panetta (sopra) ha citato i Daft Punk (a sinistra) per uscire dalla crisi: «Harder, better, faster, stronger»
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Bce
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Il commissari­o Paolo Gentiloni
Bruxelles Il commissari­o Paolo Gentiloni

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