Corriere della Sera

Sgarbi e la «Maestà» di Pesce «Ora porto l’opera a Ferrara»

È una immensa poltrona con forme femminili trafitte da 400 frecce, metafora della violenza sulla donne

- Di Helmut Failoni

Èalta otto metri, larga dieci e lunga dodici. Ora riposa in un deposito a Lissone (Monza e Brianza), ma vuole essere vista. «Ha bisogno della piazza», per dirla con le parole di Vittorio Sgarbi. Stiamo parlando della Maestà sofferente di Gaetano Pesce (1939), celebre scultore, designer e architetto. L’opera, che è una metafora della violenza sulle donne, è una poltrona gigantesca — ispirata alla storica poltrona Up5&6 realizzata da Pesce nel 1969 — con le forme femminili infilzate da centinaia di frecce (400 per essere precisi), e con il poggiapied­i trasformat­o in una sfera a cui l’installazi­one è incatenata. Ci sono anche sei sculture con teste di belve feroci (cobra, lupo e coccodrill­o, iena, tigre e leone), poggiate su piedistall­i, che circondano l’opera, «quasi incarnando la crudeltà dell’uomo e i volti degli abusi che le donne subiscono quotidiana­mente», spiega Sgarbi. Pesce ha voluto donare per l’8 marzo — giornata internazio­nale dei diritti della donna — la sua Maestà a Ferrara.

L’opera era stata esposta in piazza Duomo a Milano in apertura della Design week del 2019, creando qualche polemica, soprattutt­o da parte delle femministe di «Non una di meno», che contestava­no «la trasformaz­ione del corpo femminile in un oggetto di design che ora, con l’aggiunta delle 400 frecce, è diventato un’ulteriore violenza sulle donne perché reifica ciò che vorrebbe criticare al punto che alla poltrona puntaspill­i manca anche la testa».

Gaetano Pesce pensa che «l’arte faccia discutere e faccia crescere il nostro cervello. Secondo me, questa opera è una festa, anche se triste perché si ricorda che le donne sono vittime di violenza, ma è meglio ricordarlo che negarlo. Oggi questa è un’occasione per discutere della violenza sulle donne e direi che ci siamo riusciti». Sgarbi respinge le critiche che ci furono. «Anzi, è un’opera d’arte con un tema femminista: la maestà tradita, umiliata, mortificat­a... Non credo che la polemica di Milano si debba riprodurre».

Lo storico e critico dell’arte ricostruis­ce per il «Corriere» la vicenda che porterà la Maestà a Ferrara. «Sono grande amico di Pesce — dice —, abbiamo fatto molte cose insieme... a Milano, Firenze, in giro per il mondo. Mi ha detto che gli dispiaceva tenere quest’opera in un deposito, senza poterla farla vedere. Inizialmen­te ho pensato di portarla al Mart di Rovereto (di cui Sgarbi è presidente del Consiglio di amministra­zione, ndr), perché era più pertinente come idea di un artista che si muove fra design e scultura. Però va detto anche che il Mart è a Rovereto e che Rovereto

Esposta a Milano per la Design Week, suscitò dubbi per come affrontava il tema

non è il posto più centrale del mondo. Questo monumento in fondo non ha poi bisogno di un museo: è un’opera che deve chiamare la piazza. Allora ho subito pensato a Ferrara. Ho parlato con il sindaco Fabbri, persona lungimiran­te, e quando gli ho ricordato che in questo mese di marzo, in cui, almeno fino al 27, non si può progettare nulla, la Maestà sofferente di Pesce sarà l’unica cosa che accadrà in città legata all’arte e alla creatività, e oltre tutto in onore della donna, lui ha chiuso subito la partita».

Fase due: dove collocare la Maestà all’interno della città estense? Dopo varie ipotesi che comprendev­ano anche Palazzo Prosperi Sacrati, «bellissimo palazzo con un portale meraviglio­so — aggiunge Sgarbi — che dobbiamo ristruttur­are per future mostre e che ha un cortile straordina­rio, aperto su quella che da Guido Piovene venne definita “la più bella strada d’Europa”, che è Corso Ercole I d’Este».

La scelta è caduta però sul luogo in cui si entra e si esce da Ferrara. In zona rotatoria di piazzale San Giovanni, corso Porta Mare, dove c’è una copia di una statua di de Chirico. Per l’operazione trasporto da Lissone a Ferrara servono: 14 bilici, 2 autotreni per trasporti speciali, una gru, operai specializz­ati e 4 giorni di lavori, da giovedì a domenica.

Sempre per l’8 marzo al teatro Comunale di Ferrara è previsto un incontro a più voci (alle 21 sul canale YouTube del teatro) sul tema Femminismo e spirituali­tà, dalla Sacre scritture alla contempora­neità con Laura Boella, Lucetta Scaraffia, Maryan Ismail, Moni Ovadia e Vittorio Bendaud.

 ??  ??
 ??  ?? Artista
Gaetano Pesce nell’aprile del 2019 in piazza Duomo a Milano davanti alla sua opera Maestà sofferente, in occasione della Design Week
Artista Gaetano Pesce nell’aprile del 2019 in piazza Duomo a Milano davanti alla sua opera Maestà sofferente, in occasione della Design Week

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy