Corriere della Sera

«La mia fuga dalle violenze di Ike»

Tina Turner si confessa in un documentar­io: mi ritrovai sola in autostrada con 36 centesimi

- Valerio Cappelli

Tina Turner racconta la sua incredibil­e vita, con tutti gli alti e bassi, nella sua villa affacciata sul lago di Zurigo. Tina è il docu-film di T.J.Martin e Dan Lindsay, fuori gara alla Berlinale. Ci sono stati il film con Angela Bassett, un musical, l’autobiogra­fia.

Ma qui parla davanti a una telecamera, ed è il racconto in prima persona, misurato ma vibrante, degli abusi, del trauma e della fuga da Ike Turner, che fu suo marito e partner sul palco per sedici anni, che rischia di inghiottir­e le altre immagini, la sensualità felina sul palco, gli abiti laminati, i trionfi rock’n’roll. «Stavamo andando all’aeroporto in auto e cominciò a picchiarmi. Quella volta reagii, urlai, lo insultai. Arrivati in hotel a Dallas, c’era sangue dappertutt­o. La gente si chiedeva, come faranno a cantare stasera? In stanza lo massaggiai alla testa come ero solita fare, lui cominciò a russare. Uscii con l’intenzione di andare in un altro hotel, presi un vicolo, mi ritrovai in un’autostrada, ricordo i clacson dei Tir, le luci delle macchine. Al manager dell’hotel dissi che avevo 36 centesimi in tasca, gli mostrai la patente, l’indomani gli avrei restituito i soldi. La mattina dopo presi l’aereo per Los Angeles. Era il 4 luglio, il giorno dell’indipenden­za in America e della mia libertà». Quando rimase incinta, «non volevo viaggiare, Ike pensava che sarei andata via diventando una star. Mi picchiò con la forma per le scarpe. Poi volle fare sesso. Fu l’inizio delle violenze». In una foto ha l’occhio nero e le labbra gonfie.

«Ma se non perdoni, sei tu che continui a soffrire». Tina pioniera dei diritti delle donne. Oprah Winfrey, icona della tv USA, dice che «a quel tempo nessuno parlava di violenza domestica». Sul palco dice: «Il rispetto è ciò che voglio, noi donne non abbiamo ciò che vogliamo ma facciamo quello che vogliono loro, gli uomini». Ma con i fantasmi del passato non è stato un percorso lineare. Eccola nel 1993 alla Mostra di Venezia, per il film con Angela Bassett nei suoi panni. Disse: «Non l’ho visto, non mi va di riandare al passato, di sedermi e vedere violenza e brutalità». Brutale nella sua superficia­lità è anche il modo con cui Ike parlò dei tentativi di suicidio di Tina: «Non so perché lo fece, cercava di diventare qualcuno che non era, di compiacerm­i…». Come artista, lei ripartì dagli show in tv e dai concerti a Las Vegas stile cabaret, con i clienti dei casinò che bevono ai tavolini. «Cambiai look, tagliai i capelli, ero il boss di me stessa». E poi i grandi successi, Whats’ Love non le piaceva, «era una canzone pop!», ma la modellò sulla sua voce e scalò le classifich­e vincendo un Grammy..

Ecco l’audio della celebre intervista del 1981 alla rivista People, dove raccontò per la prima volta di Ike. Poi parla dei genitori, contadini di cotone vicino a Memphis, si separarono, la abbandonar­ono «senza cibo né soldi». Sua madre Zelma, «quando divenni una star le comprai casa, ma ancora non le piacevo. Sono una sopravviss­uta»; si è liberata del passato grazie al buddhismo e all’incontro con il produttore musicale Erwin Bach, che poi ha sposato. Così racconta dalla sua casa piena di luce, di alberi e di armonia.

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Stella del rock Tina Turner (81 anni), nome d’arte di Anna Mae Bullock, ha vinto 12 Grammy
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