Corriere della Sera

La Lega di A ignora le leggi e il buon senso

- Di Daniele Dallera

La Lega di serie A ha avuto un guizzo di fantasia: da oggi in poi vuole il calcio a 7, quello dei tornei dei bar. Otto giocatori del Toro positivi? «Si giochi, la partita non si rinvia» manda a dire Dal Pino, presidente della Lega. Peccato che dieci minuti prima, sempre lui, a Radio Rai, «La politica nel pallone», avesse detto: «...Dovremo tenere in consideraz­ione l’atteggiame­nto della Asl di Torino...». Quella che ha ordinato ai granata di non muoversi da casa. La Lega, in sostanza, ha invitato il Torino a violare una disposizio­ne dell’autorità sanitaria. Che poi, legge a parte, sarebbe bastato un po’ di buon senso per decidere il rinvio ed evitare il corto circuito con la Federazion­e. Gravina, presidente federale ieri in visita allo Spallanzan­i, ha parlato infatti di «oggettiva impossibil­ità a disputare la gara in base a quanto prescritto dalla Asl di Torino». Ma la Lega è rimasta avvinta al protocollo che stabilisce in 10 il numero di positivi necessario per il rinvio. Per altro al Torino tra addetti, dipendenti e familiari, sono in 15 ad aver contratto il virus. Insomma, si poteva prendere una decisione intelligen­te, ma nemmeno un Consiglio convocato d’urgenza è servito. Dal Pino ne ha prese tante da quando governa la Lega, lunedì chissà perché si è distratto. O meglio si è attaccato al telefono ed è stato ad ascoltare cattivi consiglier­i. Magari tra questi Lotito, ottimo presidente della Lazio, ma certo non un esempio quanto a virus e tamponi, visto che è stato pure deferito. Inevitabil­e a questo punto la replica della recita già vista per Juve-Napoli: con i laziali in campo all’Olimpico alle 18.30 e i granata a casa col termometro sotto l’ascella. Poi il 3-0 a tavolino per la Lazio, che sarà revisionat­o dal Consiglio di garanzia dello Sport come accaduto appunto per Juve-Napoli. Questa volta però potrebbe provvedere il giudice sportivo, proprio grazie al precedente, a cancellare il 3-0 e ordinare la ripetizion­e del match. Così sarà felice anche Dal Pino, un riformista che per un pomeriggio ha dimenticat­o il buon senso, sempre vincente su ogni protocollo.

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