La Lega di A ignora le leggi e il buon senso
La Lega di serie A ha avuto un guizzo di fantasia: da oggi in poi vuole il calcio a 7, quello dei tornei dei bar. Otto giocatori del Toro positivi? «Si giochi, la partita non si rinvia» manda a dire Dal Pino, presidente della Lega. Peccato che dieci minuti prima, sempre lui, a Radio Rai, «La politica nel pallone», avesse detto: «...Dovremo tenere in considerazione l’atteggiamento della Asl di Torino...». Quella che ha ordinato ai granata di non muoversi da casa. La Lega, in sostanza, ha invitato il Torino a violare una disposizione dell’autorità sanitaria. Che poi, legge a parte, sarebbe bastato un po’ di buon senso per decidere il rinvio ed evitare il corto circuito con la Federazione. Gravina, presidente federale ieri in visita allo Spallanzani, ha parlato infatti di «oggettiva impossibilità a disputare la gara in base a quanto prescritto dalla Asl di Torino». Ma la Lega è rimasta avvinta al protocollo che stabilisce in 10 il numero di positivi necessario per il rinvio. Per altro al Torino tra addetti, dipendenti e familiari, sono in 15 ad aver contratto il virus. Insomma, si poteva prendere una decisione intelligente, ma nemmeno un Consiglio convocato d’urgenza è servito. Dal Pino ne ha prese tante da quando governa la Lega, lunedì chissà perché si è distratto. O meglio si è attaccato al telefono ed è stato ad ascoltare cattivi consiglieri. Magari tra questi Lotito, ottimo presidente della Lazio, ma certo non un esempio quanto a virus e tamponi, visto che è stato pure deferito. Inevitabile a questo punto la replica della recita già vista per Juve-Napoli: con i laziali in campo all’Olimpico alle 18.30 e i granata a casa col termometro sotto l’ascella. Poi il 3-0 a tavolino per la Lazio, che sarà revisionato dal Consiglio di garanzia dello Sport come accaduto appunto per Juve-Napoli. Questa volta però potrebbe provvedere il giudice sportivo, proprio grazie al precedente, a cancellare il 3-0 e ordinare la ripetizione del match. Così sarà felice anche Dal Pino, un riformista che per un pomeriggio ha dimenticato il buon senso, sempre vincente su ogni protocollo.