Zingaretti si dimette Il Pd sotto choc
«Una vergogna, qui si parla solo di poltrone» L’annuncio su Facebook, nessuno lo sapeva
Terremoto nel Partito democratico. Il segretario Nicola Zingaretti, 55 anni, si è dimesso. L’annuncio con un post su Facebook e nessuno dei vertici dem lo sapeva. «Da venti giorni si parla solo di poltrone e di Primarie e il bersaglio sono io. Lo stillicidio non finisce, mi vergogno».
Il terremoto arriva a metà pomeriggio, via Facebook: «Mi vergogno che nel Pd, partito di cui sono segretario, da 20 giorni si parli solo di poltrone e primarie» mentre avanza la terza ondata del virus e «si dovrebbe discutere di come sostenere il governo Draghi». Uno sfogo, un’esplosione, un grido: «Mi ha colpito il rilancio di attacchi anche di chi in questi due anni ha condiviso tutte le scelte fondamentali che abbiamo compiuto. Non ci si ascolta più e si fanno le caricature delle posi
❞ Giuseppe Conte
Dispiaciuto per questa decisione evidentemente sofferta. Ho apprezzato un leader solido e leale che è riuscito a condividere la visione del bene superiore della collettività
zioni». E una conclusione che nessuno si aspettava, che ha lasciato attoniti compagni di partito, alleati e perfino avversari: «Visto che il bersaglio sono io, per amore dell’Italia e del partito, non mi resta che fare l’ennesimo atto per sbloccare la situazione. Ora tutti dovranno assumersi le proprie responsabilità. Nelle prossime ore scriverò alla presidente del partito per dimettermi formalmente. L’Assemblea nazionale farà le scelte più opportune e utili».
E dunque Nicola Zingaretti si dimette. Se per farsi riconfermare, per lasciare definitivamente, per candidarsi a sindaco di Roma, ancora nessuno lo sa. È una decisione che sconquassa il quadro politico, tanto che, prima ancora che parta il coro dei compagni del
Pd per chiedergli di «ripensarci», è addirittura Matteo Salvini il primo ad intervenire. «Mi dispiace per Zingaretti, spero che ciò non porti problemi al governo». Subito dopo, è un uragano. Parlano tutti i big del partito. Per primi quelli dell’area vicina al segretario, come Franceschini e Orlando che chiedono all’Assemblea nazionale della prossima settimana di «respingere le dimissioni», poi Bettini che spera in un «ripensamento», come Boccia, Gualtieri, Del Rio, Serracchiani, Provenzano,
Matteo Salvini
Spiace che il Partito democratico abbia problemi interni che costringono Zingaretti alle dimissioni. Spero che non diventino un problema per il governo, non ne abbiamo bisogno
Vito Crimi
Credo che tutti — vale anche per il M5S — dovremmo mettere da parte ambizioni personali, guerre interne, lotte di potere e pensare invece solo al Paese, alla crisi sanitaria
Giorgia Meloni
Non entro nelle dinamiche di altri partiti Ammetto, però, che dopo anni di malgoverno avrei commentato volentieri le dimissioni di Zingaretti da presidente della Regione Lazio
Su Facebook
«Tutti si assumano le proprie responsabilità» Il messaggio sui social scuote la politica
Sereni, Zanda, Astorre.
Per ore non si è levata la voce degli esponenti dell’area di minoranza, Base riformista, e del possibile sfidante di Zingaretti alla segreteria, Stefano Bonaccini. Ma a sera ci ha pensato Lorenzo Guerini: «Mi auguro davvero che Zingaretti ci ripensi. In un grande partito come il nostro è normale e legittimo che convivano posizioni diverse. Tutti abbiamo a cuore il Pd e ci sentiamo responsabili verso l’Italia e gli italiani». Seguito da Andrea Marcucci: «Spero che Zinga
retti ritiri le dimissioni. In un partito democratico e libero come il nostro, è salutare avere anche idee diverse». Arriva subito invece la solidarietà di Giuseppe Conte: «Rimango dispiaciuto per questa decisione, evidentemente sofferta. Ho conosciuto e apprezzato un leader solido e leale, che è riuscito a condividere, anche nei passaggi più critici, la visione del bene superiore della collettività». E Luigi Di Maio: «Ho lavorato con Nicola per mesi. È una persona perbene». Attacca invece l’azzurro Maurizio Gasparri, che vede «i grandi limiti di M5S e Pd e la loro sostanziale incapacità in un momento di emergenza». Dura Giorgia Meloni, che avrebbe preferito «le dimissioni da presidente del Lazio, dove i risultati sono stati peggiori di quelli del Pd». E la sindaca di Roma Virginia Raggi, solitamente critica nei confronti di Zingaretti presidente del Lazio, lo difende: «Stavolta Nicola ha ragione».
❞ Mi vergogno che nel Pd, partito di cui sono segretario, da 20 giorni si parli solo di poltrone e primarie, quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid