Corriere della Sera

Sorpresa a Sanremo Vince il belga Stuyven

Il belga fa il blitz con un allungo sul Poggio, Ewan secondo, Van Aert terzo

- di Marco Bonarrigo e Gaia Piccardi

Quel sabato perduto a rincorrere il vento Jasper Stuyven da Leuven, Brabante fiammingo, 28 anni, lo riassume con una smorfia di dolore ancora scolpita sul volto: «Giù dal Poggio ho colto un’esitazione del gruppo: provaci, mi sono detto. Nell’ultimo chilometro il dolore mi faceva urlare, ma ne è valsa la pena». È Stuyven, il belga sbagliato, il campione di una Sanremo veloce e nervosa, minata dalle folate e dai tatticismi fino all’esplosione finale: né Van Aert, il belga giusto che inseguiva il bis, né Van der Poel, il nipote d’arte che sperava di rispolvera­re la storia di nonno Raymond Poulidor (re 1961), e nemmeno Alaphilipp­e, il moschettie­re spuntato. Mentre i tre tenori steccano, l’acuto assordante è di un cacciatore di classiche con un debole per il pavé e il cioccolato («Cerco di restargli lontano il più possibile, preferisco cucinare cose sane e studiare i vini»), quarto alla Roubaix 2017, seguace del Dalai Lama e tifoso di Lewis Hamilton, bravissimo ad approfitta­re dei dubbi esistenzia­li altrui a due curve dal traguardo di Via Roma, il posto del mondo che può cambiare la vita a un corridore.

La lunga fuga riassorbit­a, i tre Capi divorati, la Cipressa che incassa le prime cambiali della fatica: fin lì, la solita Sanremo dei soliti noti. È il Poggio, meno 9 km all’arrivo, a decidere. Lassù, vista mare, Filippone Ganna si spolmona a tirare le due frecce all’arco

Ineos (Kwiatkowsk­i, già padrone nel 2017, e Pidcock), rinunciand­o a qualsiasi velleità di colpo di mano, Van der Poel attardato dà fondo alle energie per risalire il gruppo; davanti sembra in palla Ewan, profession­e velocista (l’ultimo sprinter puro a farcela fu Demare nel 2016), seguito dal giallo (Van Aert) e dal bianco iridato (Alaphilipp­e), due gatti con il topo. Viaggiando a fari spenti, però, lanciato da un allunghino che si rivelerà letale per tutti gli altri, il primo ad atterrare sull’Aurelia quando mancano gli ultimi 2.200 metri di 299.000 è Stuyven, felicissim­o di essere passato — fin lì — inosservat­o: «I Big Three sono i più forti del mondo, ho pensato, ma magari non sono imbattibil­i».

Giusta intuizione, Jasper. Il tempo che gli inseguitor­i organizzin­o il contrattac­co, quei secondi fatali in cui ci si guarda in faccia per capire il

Amante del cibo, tifoso di Hamilton, il nuovo re aspetta il Mondiale di settembre a casa sua

livello di cottura altrui, e Stuyven è già un puntino all’orizzonte, cui il danese Kragh Andersen offre un’utile sponda per rifiatare: «2-300 metri in cui ha tirato, permettend­omi di riposarmi». Ewan è secondo, Van Aert terzo, Sagan riparte dalla Liguria con l’ennesimo piazzament­o nel tascapane (quarto), Van der Poel è quinto, Colbrelli, primo italiano, ottavo.

Fa festa la Trek di Guercilena (Nibali senza pretese chiude 35esimo), che dal lontano 2014 covava in squadra il talento istintivo di un corridore cresciuto lentamente, che dalla residenza monegasca si è permesso qualche utile ricognizio­ne sul Poggio e poi il blitz di ieri, aspettando il Mondiale di settembre nelle Fiandre, casa. «Nelle gambe non mi era rimasto niente — sorride —. È bastato».

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Jasper Stuyven, 28 anni, belga, precede il gruppo di inseguitor­i sul traguardo di via Roma e conquista la prima Sanremo della sua carriera
(Lapresse) Primo Jasper Stuyven, 28 anni, belga, precede il gruppo di inseguitor­i sul traguardo di via Roma e conquista la prima Sanremo della sua carriera

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