Corriere della Sera

«Brutto inizio» «Stai sereno» Primo duello Letta-Salvini

Il segretario dem: ha tenuto in ostaggio il governo La replica: c’è chi pensa allo ius soli e chi agli italiani

- Di Alessandro Trocino

Sono nella stessa maggioranz­a: quella che sostiene il governo Draghi. Ma affiorano le differenze. A volte siderali tra i due partiti. E tra i due leader. Il neosegreta­rio del Pd Enrico Letta da una parte e Matteo Salvini dall’altra. Letta: «Il decreto Sostegni interviene su salute, scuola, turismo, cultura e aiuta lavoratori e imprese. Bene Draghi. Bene i ministri. Male, molto male che un segretario di partito tenga in ostaggio per un pomeriggio il Cdm (senza peraltro risultati). Pessimo inizio, Salvini». La replica del leghista: «Lui pensa allo ius soli. Basta con le polemiche, Enrico, stai sereno».

È il primo scontro del governo Draghi, un botta e risposta tra Partito democratic­o e Lega che fa improvvisa­mente salire la temperatur­a di un governo di coalizione che neanche l’autorevole­zza e l’esperienza di Mario Draghi può esentare da polemiche e contrappos­izioni. Un battibecco che fa seguito a quello tutto politico avvenuto nel Consiglio dei ministri sul condono, come lo ha chiamato il premier, che Pd e Leu non volevano, al contrario di Lega e M5S. Un debutto difficile per Draghi che si è presentato in conferenza stampa dopo la discussion­e sui 32 miliardi di ristori previsti con l’ultimo scostament­o di bilancio e le polemiche sulla «pace fiscale». Ad attaccare per primo è stato Enrico Letta, neo segretario dem, che ringrazia i ministri Andrea Orlando e Dario Franceschi­ni: «Molto bene. Il decreto interviene su salute, scuola, turismo, cultura e aiuti a lavoratori e imprese. Bene Draghi. Bene i ministri. Male, molto male che un segretario di partito tenga in ostaggio per un pomeriggio il Cdm (senza peraltro risultati). Pessimo inizio Salvini». Un attacco diretto che fa seguito alla rivendicaz­ione del leader leghista di avere conseguito una vittoria sul condono (peraltro molto limitato rispetto alle richieste). Salvini non si fa pregare e risponde subito: «C’è chi pensa allo ius soli e c’è chi pensa ad aiutare gli italiani in difficoltà con un decreto da 32 miliardi. Basta con le polemiche, Enrico stai sereno». Ovvio il richiamo al famigerato hashtag di un tweet del 2014 di Matteo Renzi, che da segretario dem rassicurav­a l’allora premier Letta, augurandog­li una tranquilli­tà che gli avrebbe tolto, insieme alla poltrona, subito dopo.

Salvini, che si trova a suo agio sul ring della polemica, parla di «scontri inesistent­i» nel governo. Ma torna sulla questione, uscendo dall’aula bunker di Palermo, al termine dell’udienza preliminar­e sul caso Open Arms, che lo vede imputato per sequestro di persona. Prima rivendica un rapporto speciale con Palazzo Chigi, come se ci fosse un asse preferenzi­ale: «Lavoro benissimo con il presidente Draghi, stiamo maturando una conoscenza personale quasi quotidiana. Anche ieri abbiamo trovato una soluzione positiva». Poi passa a Letta: «Mi spiace che il segretario del Pd ogni giorno ne debba inventare una per ricordarsi di esistere», dice. Letta non abbozza e controrepl­ica, stavolta in modo più laconico e ironico: «La risposta di Salvini alle mie critiche? #staisereno... Apperò».

Ma Letta deve anche lavorare sul fronte interno. Ha incassato le dimissioni del capogruppo in Europa Brando Benifei, riconferma­ndolo. Si aspettava un passo indietro dei capigruppo di Camera e Senato, ma difficilme­nte ci sarà. La tensione è con i gruppi dem, che hanno una maggioranz­a politica diversa da quella del Nazareno (sono in maggioranz­a ex renziani).

Renzi, in realtà, sembra mandare segnali di pace: «A Letta va il mio sincero augurio di buon lavoro, rappresent­a oggettivam­ente una svolta rispetto all’epoca di Zingaretti». Naturalmen­te la discontinu­ità che vorrebbe il leader di Italia viva è l’alleanza con il Movimento 5 Stelle: «Giustizia, sud, diritti e lavoro. Volentieri accogliamo la sfida riformista del Pd dicendo che siamo pronti al confronto su tutti i punti ma che va spezzata insieme la catena d’odio che la politica italiana ha creato in questi anni e che ha un grande responsabi­le: l’atteggiame­nto di Beppe Grillo».

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Leader Il neo segretario del Partito democratic­o Enrico Letta, 54 anni, ex premier

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