Corriere della Sera

«Convergenz­e tra noi e la Lega? L’unico asse resta con Pd e Leu»

Il ministro 5 Stelle: vedo continuità di fatto con Conte No al Mes? Draghi ha usato il suo stesso argomento

- di Monica Guerzoni

L’asse con la Lega «non esiste», l’orizzonte del M5S resta l’alleanza con il Pd. Il ministro dell’Agricoltur­a Stefano Patuanelli non vede discontinu­ità rispetto a Conte: «Nella lotta alla pandemia, come nelle misure per rilanciare l’economia, lo schema resta quello. Lo dicono i dati. Dei 32 miliardi del decreto Sostegni, circa 26 sono misure che abbiamo già utilizzato nel precedente governo».

Lo scontro sulle cartelle da rottamare ha spaccato il governo e visto rinascere l’asse tra Lega e M5S.

«Non c’è stato alcun asse e nessun braccio di ferro, sempliceme­nte la Lega non voleva

accettare la mediazione di Draghi, che io ho accolto ritenendol­a di buon senso».

Dopo che lei e Giorgetti vi siete battuti per togliere il tetto dei 30 mila euro, prevede altre battaglie comuni?

«Smentisco di aver dato battaglia per togliere i 30 mila euro, io ho riportato la posizione del Movimento. Non esiste un asse gialloverd­e e voglio dirlo molto chiarament­e, io sono stato uno dei fautori del governo con il Pd nel 2019 e resto convinto della necessità dell’asse tra M5S, Pd e Leu».

Il governo Draghi non rischia di rompere l’alleanza?

«No, non credo assolutame­nte che sia così. Questo governo ha natura straordina­ria, per noi l’ordinariet­à è l’asse con Pd e Leu. Tornando al decreto io penso sia un provvedime­nto equilibrat­o, dove trovano risposte le fasce più fragili, dall’ulteriore finanziame­nto al reddito di cittadinan­za, ai sostegni alle imprese. Nel mio piccolo, bene anche i 450 milioni per l’agricoltur­a, tra fondo filiere e decontribu­zione».

Salvini rivendica la sostituzio­ne di Arcuri, il piano vaccini, l’addio ai Dpcm, lo stop ai codici Ateco... Lei non vede una forte discontinu­ità rispetto al precedente governo?

«Comprendo l’esigenza di una discontinu­ità dal punto di vista comunicati­vo, ma vedo una continuità di fatto. I codici Ateco tanto citati, nel decreto Rilancio non c’erano, li abbiamo messi dopo. Avevamo previsto 6,6 miliardi a fondo perduto e la struttura era identica a quella del decreto Sostegni. Questo provvedime­nto dimostra che così incapaci e incompeten­ti non eravamo neanche prima».

Nostalgia di Conte?

«La pandemia è la stessa, il Paese è lo stesso, non è che ci si possa inventare cose tanto diverse da quelle che abbiamo sempre fatto. Vale anche per l’emergenza sanitaria. Il modello delle zone e dei colori è rimasto, la gestione regionaliz­zata delle chiusure anche e prima del decreto legge si è fatto un Dpcm. Lo schema resta quello».

Però Draghi ha dimezzato il Cts e sostituito il commissari­o Arcuri con il generale Figliuolo.

«Vero, ma la struttura commissari­ale c’è sempre e sul Cts vedo discontinu­ità comunicati­ve, più che formali».

Contento che Draghi abbia tolto di mezzo il Mes?

«Sì, questo dimostra l’assoluta strumental­ità dell’argomento tirato in ballo da Renzi per far cadere Conte. La motivazion­e tecnica di Draghi è la stessa dell’ex premier».

Molti osservator­i hanno sottolinea­to il modo in cui Draghi ha affrontato la prima conferenza stampa, senza enfasi, senza retorica, dicendo la verità agli italiani... Che effetto le fanno questi paragoni con Conte?

«Ognuno ha il proprio carattere e non è compito mio stilare classifich­e su come i premier affrontano le conferenze stampa. Ciò detto, Conte non ha mai negato la verità, non è andato in tv a fare il populista, ha sempre raccontato agli italiani le cose come stavano. E ha sempre risposto a tutte le domande, proprio come ha fatto venerdì Draghi».

Il M5S è in stallo, rischiate un vuoto di potere. I parlamenta­ri

sono in agitazione perché il piano di Conte per ristruttur­are il M5S tarda ad arrivare?

«Frequento i parlamenta­ri e non li vedo agitati, certo sono in trepidante attesa di ciò che Conte vorrà proporre al Movimento. Vedo fermento, tensione positiva e slancio verso il nuovo progetto, che ha bisogno del giusto tempo di lavorazion­e. Sono convinto che Giuseppe stia lavorando per proporre la migliore soluzione possibile».

Alle amministra­tive di Roma correrete da soli, o l’alleanza gialloross­a ripartirà dalla Capitale?

«Si parte da Roma, nella misura in cui per noi è irrinuncia­bile la candidatur­a di Virginia Raggi a sindaco. Dopodiché ritengo che in Calabria e in tutte le città in cui sia possibile debba esserci l’accordo con il Pd. Per me è la logica prosecuzio­ne del rapporto politico con le forze con cui da un anno e mezzo stiamo governando».

Draghi ipotizza di far tornare in classe i bambini fino alla prima media. E i ragazzi più grandi?

«Come ho detto durante la cabina di regia, per noi la scuola deve essere l’ultima cosa che chiude e la prima che riapre e mi dispiace che in questa fase non sia stato così. In molte regioni hanno chiuso prima le scuole e poi i centri commercial­i».

Id30 mila euro

Smentisco di aver dato battaglia sui 30 mila euro, ho riportato la posizione del Movimento

Trepida attesa

I nostri parlamenta­ri sono in trepida attesa per quello che l’ex premier ci dirà

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