Corriere della Sera

I pm chiedono il giudizio per Salvini E lui: migranti, ho protetto i confini

Palermo, processo per la vicenda Open Arms La Procura: da ministro decise il divieto di sbarco

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La procura di Palermo ha chiesto il processo per Matteo Salvini sulla vicenda della nave Open Arms. Lui, il leader leghista, sembra prenderla bene nonostante si trovi nell’aula bunker del Tribunale: «Sono l’imputato più tranquillo sulla faccia della terra». È l’episodio che tormentò gli ultimi, convulsi giorni del governo gialloverd­e: la nave della Ong spagnola raccolse dal primo agosto 2019 un totale di 147 migranti. L’Italia vietò l’accesso nelle sue acque territoria­li, ma l’imbarcazio­ne si diresse comunque verso Lampedusa: gli immigrati sbarcarono soltanto il 20 agosto dopo un’ispezione del procurator­e di Agrigento. Salvini è accusato di sequestro di persona per sei giorni in cui i migranti non poterono sbarcare.

Il procedimen­to è gemello di quello che si sta svolgendo a Catania per i fatti della nave Gregoretti. Anche in questo caso, secondo l’ex premier Giuseppe Conte, la decisione di trattenere gli immigrati sulla nave fu presa dal solo Salvini, allora ministro dell’Interno, e non dal governo. Il leader leghista dice di essere «un italiano felice di aver fatto il suo lavoro e di aver protetto vite, dignità e confini. Se devo subirne le conseguenz­e lo faccio con orgoglio e a testa alta. Lascio ai giudici il giudicare se un ministro che difende il suo paese merita 15 anni di carcere». Certamente, secondo il procurator­e capo di Palermo, Francesco Lo Voi, Salvini dovrà essere processato: «C’è un dato fuori discussion­e: la competenza a rilasciare il Pos (porto sicuro di sbarco) è esclusivam­ente del ministro dell’Interno». A conforto della tesi, la procura ha portato anche le testimonia­nze rese nelle udienze precedenti e nelle udienze relative al caso Gregoretti: «Giuseppe Conte si è espresso in maniera chiarissim­a sul fatto che la responsabi­lità dell’atto amministra­tivo di concession­e del Pos (place of safety, ndr) risalisse alla competenza

esclusiva del ministro dell’Interno, così come hanno fatto il ministro dell’Interno Lamorgese, il ministro Di Maio e gli altri testimoni». Dunque, un atto amministra­tivo del ministro e non una decisione politica del governo.

Ma secondo Giulia Bongiorno, senatrice leghista e avvocato di Salvini, manca il presuppost­o stesso del reato: «Il sequestro si consuma quando si priva qualcuno di ogni possibilit­à. In questo caso, sappiamo che gli immigrati avrebbero potuto sbarcare a Malta e in due diversi porti spagnoli. Non c’è stato un solo momento in cui la nave non avesse alternativ­e». Nel procedimen­to è emersa anche una email delle autorità maltesi destinata alla Open Arms: il Centro coordiname­nto del soccorso di Malta il 14 agosto 2019 accusa la nave di «bighellona­re» nel Mediterran­eo «nonostante gli avvertimen­ti»: «Avete intenziona­lmente continuato a procrastin­are per mettere ulteriore pressione su Malta». E ancora: «Se aveste proceduto verso il vostro porto d’origine sareste già sbarcati». Altro punto cruciale, il fatto che un’ordinanza del Tar del Lazio avesse sospeso il provvedime­nto del Viminale con cui era stato vietato l’ingresso alla Open Arms nelle acque italiane. Bongiorno spiega che il Tar «sospese solo parzialmen­te l’efficacia del decreto: solo per il soccorso alle persone maggiormen­te bisognevol­i. Ma il governo fece effettivam­ente entrare la nave e prestò soccorso a chi ne aveva bisogno». Prossimo appuntamen­to, il 17 aprile, con la parola che andrà alla difesa dell’ex ministro. In vista della decisione del gup.

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(LaPresse) In Sicilia Il leader della Lega Matteo Salvini, 48 anni, ieri a Palermo per il processo Open Arms con il suo legale Giulia Bongiorno, 54

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