Linda che sogna le stelle
Ha 22 anni e spiega gli astri ai bambini di Rai Gulp Dai consigli di Margherita Hack alla facoltà di Fisica «La scienza è nel mio Dna. Ho vinto concorsi all’Esa»
«La scienza, le stelle, il cosmo sono la mia grande passione. Nascondono così tante meraviglie da studiare e raccontare». Parlando di sé Linda Raimondo sorride felice. Vive nel piccolo paese di Almese, a una trentina di chilometri da Torino («qui guardo il cielo meglio che nelle grandi città»), ha quasi 22 anni ed è al terzo anno di Fisica all’università. Ma tra i giovani è diventata una star grazie al fascino delle sue parole descrivendo astri e viaggi spaziali nei programmi televisivi di Rai Gulp. Colpisce la semplicità, la convinzione e la voglia di condividere il bello dei suoi pensieri. «La scienza è nel mio Dna — dice — e ho sempre avuto interesse per gli astri. Quando ho scoperto che si potevano studiare per davvero mi sono detta che anch’io volevo esseHawking,
re un’astrofisica. Al momento di iscrivermi al liceo ho chiamato con Skype Margherita Hack. Per lei ero una sconosciuta. Però mi ha risposto e suggerito di scegliere lo scientifico come avrebbe voluto fare anche lei, ma alla sua epoca c’era solo il classico. Sono fortunata perché tanti ragazzi della mia età non hanno un’idea precisa di quello che vogliono fare e si trovano in difficoltà».
Altre incertezze al momento dell’Università. «Pensavo a Fisica o Ingegneria aerospaziale. Però mi piace scoprire il perché di ciò che succede e Fisica era la strada giusta. Ne sono molto contenta. Anzi, mi appassiona soprattutto la Fisica teorica; voglio diventare un’astrofisica e indagare la cosmologia per capire l’origine e l’evoluzione dell’universo. Proprio come Stephen
Divulgatrice Linda Raimondo, 22 anni, di Almese (Torino) studia Fisica all’Università di Torino. Divulgatrice scientifica per i bambini, sogna di studiare le stelle il mio mito».
Oltre al Dna, però, forse un contributo ai sogni è arrivato anche dal papà di Linda, impiegato e appassionato di spazio. «Mi raccontava della notte in cui aveva seguito al bar lo sbarco del primo uomo sulla Luna e parlava della straordinaria impresa con tanta meraviglia che mi sembrava di essere stata anch’io vicino a lui. Ero una bimba e da allora ho guardato il cielo».
A scuola è nata la possibilità di partecipare al concorso Odysseus Space Contest bandito dall’Esa (l’Agenzia spaziale europea) vincendo un viaggio a Tolosa, alla Cité de l’Espace, per incontrare astronauti e scienziati. Poi le avventure sono cresciute in un crescendo sempre più entusiasmante. «Con un ragazzo ho partecipato a un’iniziativa, sempre dell’Esa, immaginando di utilizzare una navetta in costruzione negli Stati Uniti per esplorare gli asteroidi e raccogliere le loro preziose risorse utili alla Terra ormai ipersfruttata. L’idea è piaciuta e abbiamo conquistato un viaggio al centro della Nasa in Alabama. Mi è sembrato di volare nel cosmo». Poco dopo ha affrontato un viaggio in Islanda, riservato a cinque ragazze, organizzato dal fondatore di un museo di Husavik nel Nord dell’isola. «Così ho camminato sulle rocce dove gli astronauti della Luna andavano a prepararsi per il grande balzo».
Tutte esperienze preziose per Linda portanto il suo stupore nelle trasmissioni televisive. “Io parlo ai ragazzi più giovani di me e spiego le meraviglie della scienza, l’esplorazione tra i pianeti”. Scriveva pure il libro “Tra le stelle e un po’ più in là” (Mondadori) dedicato sempre ai giovanissimi.
Ma tra tanti sogni c’è anche quello dell’astronauta? «Forse, se ci fosse la possibilità, sarebbe bello provare l’assenza di peso — afferma —. Ci sono però tante cose da scoprire tra le stelle, e non solo, rimanendo con i piedi per terra. Inoltre ho tante altre passioni: la lettura, la musica e soprattutto le lingue che ti aprono la possibilità di conoscere persone di mondi lontani. Non mi piace invece la fantascienza. Preferisco la scienza vera, molto più ricca di fascino. Intanto, però, chiusa in casa per la pandemia, studio e preparo i miei esami».
d Gli obiettivi
Vorrei diventare astrofisica. Astronauta? sarebbe bello provare l’assenza di gravità