Ex-Ilva, ArcelorMittal minaccia tagli alla produzione
Mancano i 400 milioni di Invitalia, il gruppo comunica nuove riduzioni. Poi il passo indietro
Si attendevano schiarite, da parte di Invitalia. Sono invece arrivati i fulmini, quelli di ArcelorMittal. Che con una nota ufficiale ha annunciato la riduzione della produzione e un rallentamento dei piani di investimento all’Ilva. E poi, a voce, avrebbe rassicurato i sindacati di aver fatto un passo indietro sulla decisione. Nero su bianco, però, resta che, in mancanza dei fondi promessi da Invitalia — l’Agenzia nazionale per lo sviluppo che fa capo al ministero dell’Economia — ArcelorMittal procederà a «una riduzione dei suoi livelli di produzione e a un rallentamento temporaneo dei suoi piani di investimento fintanto che Invitalia non adempierà agli impegni presi con l’Accordo di investimento».
Secondo l’accordo firmato il 10 dicembre scorso, era atteso l’ingresso dello Stato, attraverso Invitalia, nel capitale dell’azienda dell’acciaio per acquisire il controllo del 50% di AM InvestCo, la società di ArcelorMittal che gestisce gli impianti siderurgici. Invitalia avrebbe già dovuto versare entro febbraio ad ArcelorMittal i primi 400 milioni, ma questo non è ancora avvenuto per ritardi — questa la spiegazione che filtra dai palazzi romani — dovuti al cambio di governo che ha rallentato le procedure per trasferire i fondi dal Mef a Invitalia.
In mancanza di spiegazioni del governo su questo punto, il principale ostacolo all’investimento di Invitalia potrebbe essere rappresentato dall’attesa del 13 maggio, giorno in cui il Consiglio di Stato si pronuncerà sul ricorso di ArcelorMittal Italia contro la sentenza del Tar di Lecce del 13 febbraio scorso che — confermando una ordinanza del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci — aveva disposto la fermata degli impianti dell’area a caldo, ritenuti inquinanti entro il 14 aprile. Il 12 marzo scorso il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta di sospensiva, ma la decisione di merito è fissata, appunto, a maggio.
«È inverosimile quanto sta accadendo a Taranto: dopo la nostra denuncia — spiega Rocco Palombella, segretario generale della Uilm — Arcelor ha fatto un passo indietro rispetto a quanto scritto in un comunicato sulla fermata di alcuni impianti, senza però comunicazioni ufficiali nonostante la nostra esplicita richiesta». «Un atteggiamento ai limiti della schizofrenia», per Francesca Re David, segretaria generale della FiomCgil, mentre il segretario generale della Fim Cisl, Roberto Benaglia, evidenzia l’incertezza nell’azione del governo. Che ieri, sulla questione, ha fatto scena muta.