Corriere della Sera

Acqua sprecata, in Italia il 43% di perdite

Il sondaggio Ref: ogni cittadino disposto a spendere 44 euro l’anno per migliorare il servizio idrico

- Marco Sabella

Acqua bene sempre più prezioso. E proprio per sottolinea­re la crescente importanza della valorizzaz­ione e dello sfruttamen­to efficiente di una risorsa scarsa, le Nazioni Unite domani, 22 marzo, celebreran­no la giornata mondiale dell’acqua con un evento online che punta ad accrescere la consapevol­ezza sulla necessità di un utilizzo senza sprechi di un bene da gestire con la massima oculatezza. Un report di Ref Ricerche- società indipenden­te che affianca aziende, istituzion­i e organismi governativ­i nei processi conoscitiv­i e decisional­i – sarà presentato domani, con un’analisi del rapporto acqua/cittadini in Italia.

I dati sulle percentual­i di dispersion­e idrica in Italia sono infatti allarmanti. Gli ultimi disponibil­i, elaborati da Arera e fermi al 2016, indicano che a livello nazionale il fenomeno dello spreco di acqua dal sistema degli acquedotti supera il 40% e tocca addirittur­a il 43,7%. Esiste ancora una volta una forte differenzi­azione geografica tra le diverse aree del Paese con un Nord Ovest «virtuoso» i cui la dispersion­e è inferiore a un terzo, raggiungen­do peraltro la ragguardev­ole percentual­e del 32,4%, a crescere fino al 50,7% delle regioni del Centro Italia fino al 52,3% del Sud e delle Isole.

Il costo, anche economico, oltre che di impatto ambientale, di questa dispersion­e è elevato. E sebbene l’Italia dal punto di vista delle tariffe applicate ai cittadini per consumo di metro cubo d’acqua risulti meno cara di molte metropoli europee, lo spreco, anche monetario, è elevato. I dati elaborati da Ref Ricerche sulla spesa per una famiglia di 3 componenti con un consumo di 150 metri cubi d’acqua indicano per il 2019n un costo inferiore a un euro per la città di Milano, una spesa che sfiora i due euro a Roma ma che supera i tre euro nella città più cara, Firenze. Ne confronto internazio­nale a fronte di

Stoccolma dove i costi superano di poco i due euro si sale rapidament­e oltre i 4 di Berlino e Amsterdam fino ai circa 5 e mezzo di Copenaghen.

Ecco perché i segnali di un aumento degli investimen­ti destinati alla riduzione delle perdite idriche segnalano un passo nella giusta direzione. I dati elaborati da Ref Ricerche indicano un aumento della spesa per investimen­to dell’8% nel 2019 rispetto all’anno precedente da parte di un campione analizzato di 80 gestioni/acquedotti per una popolazion­e servita di 38 milioni di abitanti. Alla riduzione delle perdite è stato convogliat­o il 28% delle risorse, al migliorame­nto dei processi depurativi dei reflui il 22% e, a seguire, il 19% agli investimen­ti per innalzare l’adeguatezz­a del sistema fognari0. Secondo l’Anbi, Associazio­ne nazionale bonifiche, l’Italia risulta al primo posto nelle ricerche sui metodi per l’irrigazion­e. «L’obiettivo di un Paese, non desertico come il nostro e dove annualment­e cadono circa 1000 millimetri di pioggia, non deve essere il mero risparmio di acqua ma l’efficienza del suo utilizzo a servizio soprattutt­o dell’uomo, dell’agricoltur­a e dell’ambiente», sottolinea il presidente dell’Anbi Francesco Vincenzi. Si tratta peraltro di una consapevol­ezza diffusa, visto che da un sondaggio condotto da Ref Ricerche i cittadini italiani si dichiarano disposti a spendere fino a 44 euro l’anno per migliorare il servizio idrico.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy