Addio a Nguyen Huy Thiep, voce del Vietnam
Nei suoi racconti coglieva i drammi del suo Paese. Apprezzato da Claudio Magris, nel 2008 vinse il Premio Nonino
Il Vietnam ha perso il suo scrittore più significativo, non la sua voce: a Nguyen Huy Thiep, scomparso ieri ad Hanoi (dove nacque quando l’Indocina era francese), viene infatti riconosciuto di aver saputo interpretare le contraddizioni maturate dal suo Paese. Avrebbe compiuto 71 anni in aprile.
Era riuscito ad affermarsi anche fuori dal Vietnam, benché penalizzato dalla lingua e dalla scarsa simpatia delle autorità comuniste, che non gli perdonavano l’indipendenza di giudizio e le critiche. In Italia fu ospite al Festivaletteratura di Mantova e nel 2008 ottenne il Premio Nonino: Claudio Magris sul «Corriere» lodò di Thiep la capacità di cogliere «l’intensa poesia della sua terra mescolando la dura esistenza contadina a una fantasia mitica», caratteristiche che ne facevano «uno scrittore libero». La storia breve e l’apologo, che hanno una solida tradizione nella letteratura vietnamita, erano la sua forma d’elezione, che gli ha consentito di vivisezionare la società e le sue ferite. In Italia per ObarraO sono uscite nel 2008 le raccolte di racconti Attraversando il fiume, Soffi di vento sul Vietnam e Il sale della foresta poi riuniti in Vietnam Soul, con prefazione di Magris (2013).
Voce plurale di un Paese plurale: educato in una scuola cattolica ma di madre buddhista in una famiglia pervasa dall’ethos confuciano, insegnò per una decina d’anni nelle aree montane al confine con il Laos, venendo a contatto con l’arretratezza di etnie minoritarie discriminate. Soprattutto, attraverso i suoi personaggi Thiep riusciva a inquadrare in poche pagine per volta lo svuotamento di senso che aveva travolto il Vietnam alla fine di una lunga stagione di guerre: esaurita la tensione ideale, gli individui scivolano in una deriva esistenziale che il conflitto aveva mascherato. Emblematica la figura che dà il titolo al racconto Il generale in pensione, cui non serve aver seppellito «tremila persone» per evitare di vedere la famiglia del figlio sempre più estranea; degli uomini il vecchio eroe sa che «più il loro cuore è buono, più ne risentono» ma nessuno lo capisce; deciderà di togliere il disturbo pr sempre, a modo suo. E la certezza espressa dal generale, che «la semplicità è la forza che ci aiuta a vivere», suona oggi come la chiave della poetica di Thiep.