Corriere della Sera

Milan, è l’ora di ripartire

Ibra ritorna dal primo minuto, ogni forza orientata sul campionato Zlatan punta in alto, «allo scudetto», Pioli si limita alla Champions Serve una svolta, numeri impietosi: 2 vittorie nelle ultime 10 gare

- Carlos Passerini

È l’ora di Zlatan. Sfumato anche l’obiettivo Europa League, il secondo stagionale dopo la Coppa Italia, al Milan resta ora solo il campionato. Stasera la Fiorentina, poi Samp, Parma, Genoa e Sassuolo: cinque giornate che segneranno il destino del Diavolo. Il primo scontro diretto, il vero punto debole dell’anno nuovo, sarà il 25 aprile in casa della Lazio: significa che se c’è un momento giusto per piazzare l’accelerata, è questo. Testa e cuore: le risorse vanno incanalate sul campionato. Non c’è più piano B: da qui in poi l’unica strada per raggiunger­e l’oro della Champions passa da una classifica che al 23 maggio sarà come una sentenza. Lo scudetto non è mai stato un obiettivo societario, ma il quarto posto sì: ecco perché Pioli e i suoi non possono permetters­i di fallire.

Serve però una svolta, perché i numeri sono lì da vedere: 7 sconfitte stagionali nell’anno nuovo, 2 sole vittorie nelle ultime 10 partite. Così, detto molto brutalment­e, non si va da nessuna parte, altro che Champions. Gli infortuni hanno inciso enormement­e ma, come lo stesso Pioli ha ammesso più volte, «non possono essere un alibi». Il Milan deve ritrovare se stesso, il suo entusiasmo, la sua leggerezza. Ecco perché l’unico che sembra poter condurre per mano il Diavolo nell’impresa — non impossibil­e ma nemmeno scontata — è proprio Ibrahimovi­c. A lungo si è sottolinea­to l’orgoglio e l’impegno che hanno consentito ai ragazzini di tenere botta durante la lunga assenza del loro capotribù, ma col passare delle settimane l’importanza di avere un giocatore della sua qualità ed esperienza è diventata un’evidenza. Prendiamo la partita col Manchester di giovedì: Zlatan era praticamen­te fermo, ma la sua sola presenza ha messo i brividi nel finale allo United.

«Mancano undici partite, proviamo a vincerle tutte» ha detto chiaro e tondo Pioli. La strategia comunicati­va è chiara: rialzare subito la carica emotiva puntando in alto, come avveniva prima del calo. E lo stesso, non a caso, aveva fatto Ibrahimovi­c giovedì notte: «Ora puntiamo allo scudetto». Intanto raggiunger­à la sua Svezia per le tre partite con Georgia, Kosovo ed Estonia. Tre gare in più, con una condizione fisica ancora tutta da trovare. Pioli però non fa polemica: «Abbiamo fiducia, nessun problema».

L’emergenza infortuni resta da allarme rosso: ben sei gli assenti anche oggi. La sosta sarà d’aiuto, consentirà di recuperare almeno Rebic e Mandzukic. Accolto a gennaio come l’uomo giusto per dare la caccia allo scudetto, Marione fin qui non si è praticamen­te mai visto. Viene da chiedersi come sarebbe andata se fosse stato subito a posto, ma ormai non conta più: ora conta solo correre, la Champions non aspetta.

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