L’Italia non ha più fame E Ganna uomo squadra non è uno scandalo
La Classicissima non parla più italiano. Quello di Nibali (2018) resta l’unico successo azzurro degli ultimi 15 anni. Partiti da Milano in 47 (22 i belgi, 19 i francesi, 12 gli olandesi), abbiamo piazzato solo tre atleti (Colbrelli, Trentin, Nizzolo, tutti over 30) nei primi venti. Guardando al podio, non possiamo però aver rimpianti: corridori dal profilo di Stuyven, Ewan e Van Aert noi non li abbiamo proprio. Ci mancano il Bartoli e il Bettini dei tempi d’oro, famelici di successi e senza complessi di inferiorità rispetto ai macina pietre del Nord, cui la fame non manca. Due anni fa Alberto Bettiol ci illuse trionfando al Fiandre: dal giorno dopo il toscano, come sovrastato da quel successo, galleggia sempre a centro gruppo, confermando i timori del suo allenatore, Leonardo Piepoli. Ieri, sulla Cipressa, Alberto si è appoggiato sfinito a un paracarro, arrivando in via Roma 7’ dopo il vincitore. Di futuri passisti di alto livello non se ne intravedono. Sul fronte sprinter, scordiamoci i tempi in cui per vincere una volata sanremese bastava essere in prima fila nel finale. Per battere Van Aert bisogna fare come Ewan: tenere la sua ruota in salita senza ingolfarsi i polpacci. Non abbiamo nemmeno uno Stuyven che trova la vittoria della vita rischiando l’asfissia sull’Aurelia. Coraggio a parte, Jasper si è irrobustito le ossa vincendo un mazzetto di classiche del Nord (che i nostri frequentano poco o niente), oltre che trovandosi al momento giusto nel posto giusto. Rifletta chi grida allo scandalo perché la Ineos ha sacrificato Ganna per i compagni sul Poggio: alla ruota di Pippo (partito per fare l’uomo-squadra) c’erano un superbo passista (Kwiatkowski) e un fenomeno come Pidcock, in grado di sfidare Van Aert e Van der Poel in salita. La Ineos avrebbe dovuto far lavorare i due per Ganna ipotizzando un’improbabile azione all’ultimo chilometro? Pippo ha 24 anni ed è un fenomeno. Ma pensare di affibbiargli anche alla Sanremo il ruolo di salvatore di una nazione in crisi è un po’ troppo.