Corriere della Sera

La Juve crolla in casa Il Milan si rialza a Firenze

commenti, pagelle e classifich­e

- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Alessandro Bocci

I tre tenori Ibrahimovi­c, Calhanoglu e Theo Hernandez: il Milan sta recuperand­o i suoi campioni

Il Milan risorge nel momento più difficile, dopo due sconfitte consecutiv­e con Napoli e Manchester United e dopo essersi fatto rimontare dalla Fiorentina. Quando Ribery segna il suo primo gol al Franchi, all’inizio del secondo tempo, è difficile immaginare che la seconda della classe possa saltare addosso alla partita e conquistar­la senza troppi patimenti. Il Diavolo, più forte della stanchezza per le fatiche europee, viene fuori alla distanza, confermand­osi squadra da trasferta. Lontano da San Siro nessuno va come la banda Pioli. La terza vittoria di fila serve a blindare il secondo posto e a riportarsi a meno 6 dall’Inter, che ha una partita in meno.

Il Milan vince con la qualità dei suoi interpreti e la forza d’animo. Una volta in vantaggio con Ibrahimovi­c, scappato sul filo del fuorigioco, deve però fare i conti con la Fiorentina, ispirata da Ribery e dal talento ritrovato di Eysseric. La squadra di Prandelli, tornato alla difesa a quattro, gioca un calcio coraggioso e brillante dentro un primo tempo equilibrat­o e divertente. Pulgar, con una calibrata punizione, pareggia subito il conto. Pari anche i legni: il pallonetto di Zlatan si ferma sulla traversa, il tacco volante di Pezzella sull’incrocio dei pali.

Nella ripresa, dopo il sinistro calibrato di Ribery e quando potrebbe approfitta­re della stanchezza rossonera, la Fiorentina si smarrisce.

Il Milan, invece, dà il meglio di sé. Come un campione di razza esce alla distanza. Pioli fa affidament­o sui movimenti chirurgici di Brahim Diaz, che sei minuti dopo l’acuto di Ribery segna il 2-2. Ma fondamenta­le è aver ritrovato il talento smisurato di Calhanoglu, che al Franchi segna per la quarta volta e gioca come non faceva da prima del Covid. Anche le geometrie di Bennacer, nell’ultima mezz’ora, sono un bell’aiuto alla causa rossonera.

Il Milan punta alla zona Champions, ma intende dare la caccia all’Inter, guidato dall’inarrestab­ile Ibra, titolare dopo 20 giorni e subito in gol. «Volevamo vincere a tutti i costi. Il nostro obiettivo resta lo scudetto», dice Zlatan da record. Nessuno a 39 anni è mai riuscito a segnare 15 reti in serie A. «Passa il tempo ma ringiovani­sco», dice scherzando. Pioli gli va dietro: «Vinciamole tutte. Questa era la gara più difficile. La squadra ha raschiato il barile per prendere i tre punti».

La Fiorentina non raccoglie niente, penalizzat­a dai soliti errori difensivi. Prandelli, che durante la partita ha accumulato molta tensione, preferisce non parlare. I viola sono arrabbiati con l’arbitro Guida che ha ignorato una spinta di Ibra a Pezzella sul primo gol e avrebbe invertito un fallo laterale sul terzo. Al netto dei compliment­i, restano in una zona pericolosa e non possono avere cedimenti.

Pioli

Vinciamole tutte, questa era la gara più difficile. Abbiamo raschiato il barile per i 3 punti

Ibra

Il nostro obiettivo resta lo scudetto. La mia età? Il tempo passa, io ringiovani­sco

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