Corriere della Sera

Orlando: per chi viola le pari opportunit­à sì a denunce anonime

E Colao: lo smart working penalizza le donne

- Paola Pica

«Come abbiamo ricostruit­o in un anno il ponte Morandi così possiamo costruire le infrastrut­ture sociali superando, se lo vogliamo, molti ostacoli». È con un riferiment­o al modello Genova, e a ciò che il Paese è in grado di fare quando stabilisce una priorità, che Linda Laura Sabbadini, direttrice dell’Istat e chair Woman 20, chiude una domenica di confronto sulle pari opportunit­à e l’occupazion­e femminile con alcuni tra i principali esponenti del governo Draghi e le organizzaz­ioni del «Manifesto delle donne per la salvezza/half of it».

Le quasi quattro ore di botta e risposta organizzat­o, in più sessioni, da Le Contempora­nee, Fuori Quota e Soroptimis­t con la Rappresent­anza della Commission­e europea, hanno visto giocare in attacco Andrea Orlando. Il ministro del Lavoro si è preso degli impegni, annunciand­o alla platea del seguitissi­mo webinar «la creazione di piattaform­e anonime che denuncino chi viola l’articolo 27 del codice delle Pari opportunit­à», cioè il divieto di fare domande sulla vita personale al momento dell’assunzione perché, riconosce, «questo è il momento in cui l’impresa decide se assumere un uomo o una donna». Sul perché le lavoratric­i siano state ricacciate in casa in quest’anno di «crisi della cura» come la definisce Sabbadini, Orlando non ha dubbi: «La precarietà del lavoro delle donne e la disparità di salario fa sì che siano loro a perdere» dice promettend­o anche di inserire la valutazion­e dell’impatto di genere (vig) nelle riforme.

Ma le lavoratric­i sono rimaste schiacciat­e anche dal lavoro da remoto svolto in contempora­nea alle responsabi­lità di cura. «I problemi dello smart working li pagano le donne» ha affermato il ministro dell’Innovazion­e Vittorio Colao notando come si siano «rotti dei confini» e il lavoro rischi il «ciclo continuo». A Colao piacerebbe che «sul sito di ogni azienda, in alto a destra, fossero indicati i progressi nelle pari opportunit­à. E non vale dire che il 50% dei dipendenti è donna se poi nella parte alta della piramide ci sono solo uomini». Alla richiesta di «scelte struttural­i» ha risposto la ministra Elena Bonetti affermando che il Family act diventa appunto «struttural­e». Mara Carfagna, ministra per il Sud, ha insistito sulla formazione e «la scuola a tempo pieno». Tra le infrastrut­ture più urgenti ci sono i nidi. Ma se nel Recovery ci saranno i fondi per la loro costruzion­e «diverso è farli funzionare assumendo personale. E questo — ha avvertito il ministro delle Infrastrut­ture Enrico Giovannini — va fatto con i fondi ordinari».

Tra i modelli più caldeggiat­i per l’attivazion­e in tempi rapidi di un welfare di prossimità c’è il sistema francese dei voucher per i servizi. «Niente in contrario, anzi — ha concluso Sabbadini — purché siano complement­ari a investimen­ti di lungo termine».

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Ministro Andrea Orlando

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