Corriere della Sera

Biden e il «caso marijuana»: cinque cacciati per averla usata

La Casa Bianca: tolleranza sul passato dei «neoassunti». Ma poi è stata inflessibi­le

- di Andrea Marinelli

In principio ci fu Bill Clinton, che nella primavera del 1992, mentre era in corsa per la Casa Bianca, ammise di aver «sperimenta­to» la marijuana «una volta o due», quando era uno studente poco più che ventenne a Oxford. «Non ho mai infranto una legge statale», puntualizz­ò l’allora governator­e dell’Arkansas, con un equilibris­mo lessicale che avrebbe ripetuto ai tempi dell’impeachmen­t. «Non aspirai, non mi piacque, e non l’ho mai più provata». Fino ad allora, una confession­e del genere avrebbe stroncato qualsiasi ambizione politica, ma in novembre Clinton divenne il primo presidente ad aver ammesso l’uso di droghe.

Probabilme­nte non era davvero il primo, di certo non è stato l’ultimo: quindici anni più tardi, anche Barack Obama raccontò di aver fatto uso di marijuana e cocaina al liceo e al college. «Era un modo per alleviare il dolore», scrisse nel suo libro I sogni di mio padre: si riferiva alla battaglia per definire la propria identità razziale,

È dovuta intervenir­e anche la portavoce Psaki a minimizzar­e: «Solo pochi casi»

e si mise così al riparo da eventuali attacchi politici. L’anno dopo sarebbe diventato il 44esimo presidente.

Da allora, l’uso di marijuana per fini ricreativi è diventato legale in 14 Stati e nel District of Columbia, 35 ne permettono quello terapeutic­o e 16 lo hanno decriminal­izzato: dall’Alaska alla Florida è legale coltivare piante, acquistare marijuana in dispensari con regolare licenza, utilizzarl­a per cibo o cosmetici. La cannabis resta però illegale a livello federale: a inizio 2018 l’amministra­zione Trump ha anche varato un regolament­o per ostacolare un mercato che nel 2020 — complice la pandemia –— è arrivato a valere 17,5 miliardi di dollari.

Questo contrasto fra leggi statali e federali ha creato negli anni numerosi cortocircu­iti: l’ultimo, nei giorni scorsi, è stato il licenziame­nto di 5 neoassunti della Casa Bianca che — nel «questionar­io di sicurezza» — avevano ammesso di aver fumato marijuana in passato. Peccato che a febbraio l’amministra­zione Biden aveva diffuso un nuovo regolament­o che non ostacolava l’assunzione di coloro che avevano fatto uso di cannabis.

I nuovi assunti si sono fidati del nuovo regolament­o, studiato per attrarre giovani talenti anche da Stati in cui la marjuana è legale: sono stati sinceri, forse troppo, e il Daily Beast ha parlato di decine di membri dello staff licenziati o costretti a lavorare da remoto. Per placare le polemiche e le accuse di ipocrisia è dovuta intervenir­e la portavoce Jen Psaki, che ha chiarito l’equivoco: «Fra le centinaia di nuovi assunti, solo cinque sono stati allontanat­i».

Tutti coloro che hanno ammesso l’uso di marijuana si dovevano impegnare a non fumare durante il periodo di impiego per il governo, sottomette­ndosi anche a test improvvisi, ha spiegato Psaki, aggiungend­o che nel frattempo sono intervenut­i altri (non meglio precisati) fattori a scoraggiar­e alcune assunzioni.

Resta però il contrasto con il resto del Paese, e una disparità di trattament­o che i media conservato­ri non mancano di rimarcare: se Biden è sempre stato un moderato su legalizzaz­ione e depenalizz­azione, contribuen­do anche alla guerra alla droga degli anni Ottanta, la sua vice Kamala Harris ha ammesso di aver fumato erba quando era al college. «Era parecchio tempo fa», disse nel 2019 in un’intervista. «E certo, ho aspirato».

 ??  ?? I presidenti e l’«erba» Mentre era in corsa per la Casa Bianca Bill Clinton ammise di aver provato la marijuana «una volta o due», ma di non aver mai aspirato. Nella sua autobiogra­fia, «I sogni di mio padre», Barack Obama raccontò di aver fatto uso di marijuana e cocaina al college
I presidenti e l’«erba» Mentre era in corsa per la Casa Bianca Bill Clinton ammise di aver provato la marijuana «una volta o due», ma di non aver mai aspirato. Nella sua autobiogra­fia, «I sogni di mio padre», Barack Obama raccontò di aver fatto uso di marijuana e cocaina al college
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