Corriere della Sera

Molti progetti ma gli italiani poco preoccupat­i dello stress idrico

- Peppe Aquaro

Secondo una recente ricerca Ipsos, commission­ata da Finish, leader italiano nel mercato dei prodotti per lavastovig­lie, gli italiani, costretti in casa dalla pandemia, hanno imparato a consumare meno acqua prima di riempire la lavastovig­lie. Risparmian­done 38 litri. Su un anno intero significhe­rebbe evitare di disperdern­e 6 miliardi di litri. Ma l’altro lato della buona notizia è che, nonostante che il «World Resources Institute» avverta come l’Italia sarà nel 2040 in uno stato di stress idrico pesante, il 52% degli intervista­ti non è preoccupat­o.

Nella ricerca, che fa parte dell’iniziativa «Acqua nelle nostre mani», in collaboraz­ione con «Future food institute» e Fondo ambiente italiano, c’è una forbice tra giovanissi­mi e adulti, con minore consapevol­ezza dei primi sulle tematiche ambientali. Che fare? Rivolgersi a chi ne sa di più. «Innovation Challenge per l’agricoltur­a» e «Cosmopolit­es», due progetti portati avanti da Finish e Ffi, serviranno proprio a questo. Il primo è una challenge tra start up, per un’idea di salvaguard­ia dell’acqua, mentre il secondo è un progetto per studenti e insegnanti.

Dal canto suo, il Fai ospiterà proprio oggi un webinar, nella 25esima edizione del suo convegno nazionale, parlando di «Acqua nelle nostre mani» e del progetto (Finish e Fai) di efficienta­mento idrico del Complesso di S. Maria di Cerrate, nel Leccese.

Acqua e territorio. Due parole più che alleate, soprattutt­o se parliamo di gestione della rete di distribuzi­one idrica. Lo sanno bene all’Acea — multiutili­ty quotata in Borsa —, dove la Giornata mondiale dell’acqua è l’occasione giusta per capire cosa vuol dire portarla a nove milioni di abitanti tra Lazio, Toscana, Umbria, Molise e Campania. La prima notizia è che 168 milioni del piano aziendale di Acea (4,7 miliardi) saranno spesi in progetti di innovazion­e per l’area idrica, soprattutt­o in infrastrut­ture e gestione della rete, già monitorate da «Water Management System», occhio infallibil­e nella gestione dei dati (pressione e qualità dell’acqua) e sentinella nel caso di eventi naturali estremi. «L’azienda è da sempre impegnata in un percorso di tutela della risorsa idrica e di efficienta­mento delle infrastrut­ture acquedotti­stiche», ricorda Giuseppe Gola, ad di Acea. Tutela delle risorse idriche e del patrimonio storico-artistico, che, in una città come Roma, passa dalle sue fontane, impreziosi­te dalla valorizzaz­ione dell’acqua come elemento architetto­nico attraverso l’uso artistico della luce: fontana di Trevi, le tre di piazza Navona, e quelle di piazza del Popolo e del Gianicolo.

A proposito di fontane, oggi, a Palazzo del Quirinale sarà inaugurata la 96esima Casa dell’acqua, erogatore di sostenibil­ità: dal 2013 ad oggi, le fontane hi-tech, distribuen­do poco meno di 97 milioni di litri di acqua, hanno consentito un risparmio di produzione di bottiglie da un litro e mezzo (più di un milione di chili di plastica) e una riduzione di 3.873 tonnellate di Co2.

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