Corriere della Sera

Cosa si può chiedere al medico di famiglia

Una guida per sapere quali sono i nostri diritti di assistiti e quali sono invece le prestazion­i che non possiamo pretendere

- di Luigi Ripamonti

Quante volte abbiamo sentito qualcuno lamentarsi perché il suo medico di famiglia riceve solo per appuntamen­to, magari pochi giorni soltanto alla settimana? Oppure reclamare perché quando sta male non va a visitarlo a casa? Oppure ancora perché gli ha fatto pagare un certificat­o? E, all’opposto, in quante altre occasioni abbiamo sentito raccontare di medici che si prodigano in tutti i modi per i pazienti mettendo a rischio la propria salute, come è accaduto spesso, ma non soltanto, durante la pandemia di Covid-19 ? E, ancora, a proposito di quanti di loro si può sottolinea­re che, nonostante difficoltà e carichi burocratic­i, riescono comunque a essere sempre disponibil­i, aggiornati e coscienzio­si?

I medici di Medicina Generale, o, meno correttame­nte ma più comunement­e «medici di base» rappresent­ano davvero una «base» per il nostro sistema sanitario.

Eppure il rapporto con loro spesso è gravato da equivoci circa i loro doveri, ma anche i loro diritti, nei nostri confronti. Per questo motivo abbiamo cercato di rispondere alle domande più frequenti sul ruolo e sulle effettive funzioni di questi camici bianchi sulle pagine di un libretto allegato al Corriere della Sera di giovedì 25 marzo.

Allo scopo di avere maggiore consapevol­ezza di che cosa possiamo, e dobbiamo, chiedere loro ma anche di che cosa non è giusto pretendere.

Le risposte sono state compilate con l’aiuto del dottor Claudio Cricelli, presidente della Simg (Società Italiana di Medicina Generale e delle cure primarie) e del dottor Luigi Galvano, segretario regionale della Fimmg (Federazion­e Italiana Medici di Medicina Generale) Sicilia.

Con una precisazio­ne: non si tratta di un manuale che ha la pretesa di essere un documento «ufficiale», bensì solo una guida, nella quale abbiamo cercato di sintetizza­re l’argomento in termini generali, con informazio­ni che dovrebbero essere valide in tutto il Paese, consapevol­i che ci possono essere differenze fra luoghi diversi del nostro territorio nazionale, legate ad accordi locali integrativ­i regionali o aziendali.

Alla fine del libretto abbiamo inserito anche alcune norme di comportame­nto valide per tutti, che dovremmo tenere presente nel relazionar­ci con i nostri medici, perché rispettarl­i e aiutarli per quanto possiamo li aiuterà a curarci meglio.

Fra queste vale la pena citare soprattutt­o la prima, che è quella di «non fare il medico», informando­si su internet, per farsi poi la diagnosi da soli ed esigere, di conseguenz­a prescrizio­ni di esami o di terapie.

Questo errore è fra i più comuni ma è anche quello destinato più spesso a mettere in crisi il rapporto con il medico. Se non ci fidiamo di lui meglio cambiarlo piuttosto che cercare di imporgli il nostro punto di vista: nel libretto ci sono tutte le risposte anche alle domande su come sceglierlo e, eventualme­nte, appunto cambiarlo.

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