VIRUS, NON MOLLIAMO PROPRIO ALL’ULTIMO MIGLIO
Caro direttore,
dopo un anno dall’inizio della pandemia si dà per scontato che le regole base per contrastare la diffusione del virus (mascherina, lavaggio delle mani , distanziamento) siano state talmente acquisite che non serve più dare ulteriore informazione e basta ripetere come un mantra le tre parole chiave. Ma se ci si guarda intorno non si sa se per stanchezza, per presunzione o per assuefazione, non se ne capisce a pieno l’importanza. Non pensa che sarebbe opportuno, fra tanto parlare di vaccini, si ridesse spazio anche a una nuova campagna di informazione, visto che i tempi per una copertura vaccinale completa sono lunghi e la riduzione della circolazione del virus è ancora in gran parte affidata ai nostri comportamenti?
Teresa De Luca
Cara signora De Luca,
Èevidente che, a più di un anno dal primo lockdown, siamo tutti stremati, insofferenti. Oltre che ancora enormemente preoccupati per la nostra salute e il nostro futuro economico.
Nei ragazzi il peso di non poter andare a scuola, non vedere gli amici, non poter uscire o fare sport è particolarmente insopportabile. Avevamo pensato che tutto si sarebbe risolto in pochi mesi, invece siamo ancora qui a ragionare di terza o quarta ondata, di zone rosse e Pasqua blindata. Questo non significa che possiamo cedere, perché ogni errore nei comportamenti pubblici e privati in questo momento significa allungare il periodo di sofferenza.
Per vincere la battaglia contro il coronavirus le armi indispensabili sono due. La prima è la campagna di vaccinazione: dobbiamo accelerarla e soprattutto dobbiamo mettere in sicurezza gli anziani e le persone fragili, quelle che più rischiano per la malattia. Le regioni debbono avere tutte le stesse priorità e le stesse regole, deve finire un «fai da te» incomprensibile. La seconda sono le misure di protezione che abbiamo imparato un anno fa e che ci accompagneranno per molto tempo: lavaggio delle mani, mascherine, distanze.
È bene, ha ragione, ricordarle a tutti. Anche a chi è vaccinato, anche a chi ha già avuto il coronavirus. Non possiamo sbagliare proprio in quello che, credo, sia l’ultimo miglio.