Juve caduta nel vuoto
Una gaffe di Arthur fa felice il Benevento Confusione, errori e rigore negato a Chiesa
Non è solo un passaggio a vuoto, come quello di Arthur che regala palla all’argentino Gaich in area e porta al gol della clamorosa vittoria del Benevento allo Stadium. Non è solo un problema di fame, come si affretta a spiegare Andrea Pirlo, sempre più confuso davanti a una Juventus che gli sta sfuggendo palesemente dalle mani.
Due settimane fa, prima della partita con la Lazio, lui stesso aveva detto «mi fa ridere quando si parla di grinta o atteggiamento, le cose importanti sono tecnico-tattiche». Adesso che a quanto pare vale il contrario, bisognerà riflettere un po’ più a fondo su una squadra che commette errori marchiani in serie, che non è a suo agio nello sviluppo della manovra offensiva, che non fa girare il pallone con ritmo o continuità, che cambia assetto troppo spesso e quindi non riesce mai a darsi un’identità precisa. Una squadra confusa e infelice, che si è nascosta a lungo sotto Ronaldo, ma che non è mai cresciuta attorno al suo campione. E tanto meno attorno al proprio allenatore.
Non bastavano i tanti pareggi sparsi in provincia, compreso quello all’andata contro lo stesso Benevento, che ha tolto 5 punti su 6 alla Juve. Non bastava nemmeno l’eliminazione contro la più debole delle possibili avversarie agli ottavi di Champions, il Porto. Serviva un’implosione ulteriore e inattesa, profonda e definitiva come può esserlo la sconfitta in casa contro una squadra che non vinceva dal 6 gennaio, per avere la conferma che dopo nove stagioni, non è più l’anno della Juve. E anche per avere il fondato sospetto che la ricostruzione con Pirlo in panchina sia complicata: l’allenatore per adesso non rischia il posto, ma è chiaro che ci sono dei problemi di trasmissione tra lui e i giocatori, che lo tradiscono troppo spesso.
Stavolta l’errore decisivo lo commette Arthur, uno dei teorici pilastri della ricostruzione: uno svarione, quello che regala palla a Gaich, bravo a eludere il ritorno di Danilo e a scaricare in rete, che è un mix di sciatteria e presunzione, un po’ come quasi tutta la prestazione bianconera. Montipò è bravo su Morata (diagonale) e De Ligt (zuccata) e poi nella ripresa su un tentativo di autogol di Tuia e due volte su CR7.
Ma i pericoli che crea la Juve arrivano quasi per inerzia, contro un avversario che si difende tutto dietro alla linea della palla ed è svelto a ripartire, costruendosi a sua volta un paio di azioni interessanti.
Certo, in svantaggio la Juve reagisce. E Abisso, che le aveva dato un rigore inesistente per presunto mani di Foulon (tolto dalla Var) non le concede un penalty che sembra evidente, con lo stesso belga che inciampa ai piedi di Chiesa. Pirlo però non si attacca all’episodio, pur clamoroso. Ed è l’unico momento in cui risulta davvero convincente.
Pirlo
Quando non hai l’atteggiamento giusto vai incontro a brutte figure
Paratici
Abbiamo dato tante gioie ai nostri tifosi ora arriva questa grande amarezza