La Champions è dimenticata L’Atalanta sperimenta e vince
Due a zero contro la «gemella» con tanti saluti all’emergenza esterni — neutralizzata grazie a una (parziale) novità tattica — e all’eliminazione in Champions League che, evidentemente, non ha lasciato scorie in casa Atalanta. Di scorie, invece, il Verona ne ha ancora parecchie da smaltire considerato lo score da retrocessione da gennaio in poi: sono 5 le sconfitte (3 consecutive) nelle ultime 9 partite. Un po’ poco per attaccare l’Europa che ora è una chimera. Al contrario, i bergamaschi inanellano la seconda vittoria di fila, la quinta nelle ultime sei partite, e sorpassano momentaneamente la Juventus, protagonista della clamorosa sconfitta casalinga impartita dal Benevento.
Tutto questo nonostante l’assenza dei terzini titolari (Gosens, uscito malconcio dal match contro il Real, e il lungodegente Hateboer) che ha costretto Gasperini all’ennesima innovazione e cioè all’abbandono della sacra difesa a tre per la retroguardia a quattro, con il dirottamento sulle fasce di due che di mestiere giocano in mezzo, Toloi e Djimsiti. Un esperimento che ha funzionato se i nerazzurri, a parte un intervento di Gollini su Lazovic, non hanno mai corso seri rischi. Davanti, invece, hanno fatto un po’ più di fatica, complici gli spazi stretti e le marcature a tutto campo (brand made in Gasperini copiato dall’allievo Juric, ieri pomeriggio in tribuna per squalifica) ed è servito l’aiuto di Dimarco (mano in area) per sbloccare il match su rigore segnato da Malinovskyi e quello di Zapata (dopo il palo al 37’) dirompente in progressione prima di battere un Silvestri in uscita maldestra. Nella ripresa i bergamaschi hanno controllato il match rischiando di calare il tris almeno in un paio di occasioni con i due neo entrati Muriel e Ilicic (traversa).
«È stata un’ottima gara e abbiamo mostrato una forte reazione dopo il Real, anche se non è che fossimo così abbacchiati — le parole dell’allenatore dei bergamaschi Gian Piero Gasperini —. Qualificarsi in Champions era complicato e così ci siamo ributtati in campionato contro un Verona che ha messo in difficoltà tutti, ma noi siamo stati bravi a disinnescarlo». Quindi il Gasp parla del cambio di modulo: «Il 4-2-3-1 di solito lo adottiamo a gara in corso, è un sistema abbastanza rodato. Abbiamo subito trovato le misure e lo abbiamo interpretato bene. L’ho provato dal primo minuto anche perché ho l’esigenza di trovare una collocazione ideale a giocatori come Ilicic, Pasalic, Miranchuk o Kovalenko (che ha esordito nella ripresa, ndr).