Il grande mistero rosso Lotta sul filo dei decimi tra velocità e potenza
La scalata da terza forza e Gp come gli scacchi
Potenza, affidabilità, fedeltà dei dati ottenuti nelle simulazioni. Sono questi gli ingredienti utili al tacito ottimismo dei tecnici e alla speranza dei tifosi Ferrari. Niente che garantisca un accenno di euforia, viste le delusioni recenti, visto che dai test, oltre ai proclami di armonia della coppia LeclercSainz, oltre a un numero elevato di giri percorsi (404 contro i 304 di Mercedes), sono emersi pochi dati significativi. Di certo il motore ha recuperato parte della spinta perduta nel 2020. In che percentuale lo vedremo già in Bahrein, una pista farcita di rette e quindi di indicazioni esaurienti a proposito di «cavalleria». Le velocità di punta della SF21 sono apparse comunque rassicuranti, confortate dalle prestazioni AlfaSauber, team che, pur usando la stessa power unit, ha concentrato gli interventi sulla parte anteriore della vettura, al contrario di quanto fatto in Ferrari.
La potenza, in ogni caso, non basta affatto. Tanto è vero che nelle analisi effettuate a Maranello, il motore dello scorso anno è risultato colpevole «a metà» della mancata prestazione. Il resto pesava sull’aerodinamica e per questa ragione è stato rivisto il retrotreno, sospensioni comprese. Il vero nodo sta qui: nella sinergia da trovare tra incremento della potenza e nuove soluzioni adottate per ottenere maggiore aderenza. Una relazione indagata durante i tre giorni di collaudi, oggetto di ulteriori sviluppi.
Il fatto di aver rilevato una corrispondenza tra ciò che è emerso in galleria del vento e i primi riscontri in pista è confortante, ma vale come base di partenza. La Ferrari era obbligata ad un recupero più netto rispetto ad altre squadre e così le evoluzioni pensate per la SF21 sul fronte motore, connesse all’aerodinamica, viaggiano su un crinale sottile, da esplorare nell’arco di trequattro Gp. Con l’intenzione di avvicinare Mercedes e Red Bull ma soprattutto di battere la concorrenza sul fronte «terza forza» del Mondiale che rappresenta un traguardo fondamentale per gratificare gli appassionati e per testimoniare una vitalità ritrovata, con lo scopo di guardare con fiducia al gruppo di progettisti al lavoro sulla vettura 2022.
A Maranello, come in McLaren, Aston Martin, AlphaTauri e Alpine, sono convinti che questa battaglia si giocherà su tre-quattro decimi. Scarti minimi: detteranno la gerarchia dei candidati al podio e peseranno in modo diverso su piste diverse. Toccherà disputare una sorta di partita a scacchi ogni Gp. Non a caso, la Ferrari pare sia più fiduciosa sul rendimento in qualifica piuttosto che in gara, quando l’equilibrio delle componenti detterà il consumo gomme e quindi il passo.
Un equilibrio che dovrà funzionare in fretta, anche per non distrarre risorse dal progetto per la prossima stagione. Per questo si resta abbottonati: sulla stoffa di questa macchina ballano aspettative pesanti, urgenze assolute e il destino di molti uomini in rosso. Compresi Leclerc e Sainz, attesi ad una prova di maturità indispensabile. Spetta a loro rosicchiare, senza sbagliare e senza litigare, qualcuno di quei decimi. Ciò che farà la differenza tra un entusiasmo ritrovato e una depressione prolungata.