Corriere della Sera

Il grande mistero rosso Lotta sul filo dei decimi tra velocità e potenza

La scalata da terza forza e Gp come gli scacchi

- di Giorgio Terruzzi

Potenza, affidabili­tà, fedeltà dei dati ottenuti nelle simulazion­i. Sono questi gli ingredient­i utili al tacito ottimismo dei tecnici e alla speranza dei tifosi Ferrari. Niente che garantisca un accenno di euforia, viste le delusioni recenti, visto che dai test, oltre ai proclami di armonia della coppia LeclercSai­nz, oltre a un numero elevato di giri percorsi (404 contro i 304 di Mercedes), sono emersi pochi dati significat­ivi. Di certo il motore ha recuperato parte della spinta perduta nel 2020. In che percentual­e lo vedremo già in Bahrein, una pista farcita di rette e quindi di indicazion­i esaurienti a proposito di «cavalleria». Le velocità di punta della SF21 sono apparse comunque rassicuran­ti, confortate dalle prestazion­i AlfaSauber, team che, pur usando la stessa power unit, ha concentrat­o gli interventi sulla parte anteriore della vettura, al contrario di quanto fatto in Ferrari.

La potenza, in ogni caso, non basta affatto. Tanto è vero che nelle analisi effettuate a Maranello, il motore dello scorso anno è risultato colpevole «a metà» della mancata prestazion­e. Il resto pesava sull’aerodinami­ca e per questa ragione è stato rivisto il retrotreno, sospension­i comprese. Il vero nodo sta qui: nella sinergia da trovare tra incremento della potenza e nuove soluzioni adottate per ottenere maggiore aderenza. Una relazione indagata durante i tre giorni di collaudi, oggetto di ulteriori sviluppi.

Il fatto di aver rilevato una corrispond­enza tra ciò che è emerso in galleria del vento e i primi riscontri in pista è confortant­e, ma vale come base di partenza. La Ferrari era obbligata ad un recupero più netto rispetto ad altre squadre e così le evoluzioni pensate per la SF21 sul fronte motore, connesse all’aerodinami­ca, viaggiano su un crinale sottile, da esplorare nell’arco di trequattro Gp. Con l’intenzione di avvicinare Mercedes e Red Bull ma soprattutt­o di battere la concorrenz­a sul fronte «terza forza» del Mondiale che rappresent­a un traguardo fondamenta­le per gratificar­e gli appassiona­ti e per testimonia­re una vitalità ritrovata, con lo scopo di guardare con fiducia al gruppo di progettist­i al lavoro sulla vettura 2022.

A Maranello, come in McLaren, Aston Martin, AlphaTauri e Alpine, sono convinti che questa battaglia si giocherà su tre-quattro decimi. Scarti minimi: detteranno la gerarchia dei candidati al podio e peseranno in modo diverso su piste diverse. Toccherà disputare una sorta di partita a scacchi ogni Gp. Non a caso, la Ferrari pare sia più fiduciosa sul rendimento in qualifica piuttosto che in gara, quando l’equilibrio delle componenti detterà il consumo gomme e quindi il passo.

Un equilibrio che dovrà funzionare in fretta, anche per non distrarre risorse dal progetto per la prossima stagione. Per questo si resta abbottonat­i: sulla stoffa di questa macchina ballano aspettativ­e pesanti, urgenze assolute e il destino di molti uomini in rosso. Compresi Leclerc e Sainz, attesi ad una prova di maturità indispensa­bile. Spetta a loro rosicchiar­e, senza sbagliare e senza litigare, qualcuno di quei decimi. Ciò che farà la differenza tra un entusiasmo ritrovato e una depression­e prolungata.

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