C5 Aircross plug-in: test dell’autonomia a «emissioni zero»
Uno studio che abbraccia il periodo compreso tra il 2008 e il 2019 ha stabilito che l’incidenza della mobilità urbana è cresciuta dal 63 al 74 per cento. In questo valore sono racchiusi altri dati interessanti: nei giorni feriali il 90 per cento degli automobilisti fa mediamente 50 km. Infine gli spostamenti urbani, nell’ordine dei 15 minuti l’uno, rappresentano il 60 per cento del totale. Qual è la conclusione? Che la mobilità elettrica, o quella ibrida plug-in, ha molto senso al di là degli altri valori aggiunti, riassumibili nel concetto di sostenibilità.
Così Citroën dopo aver proposto un test-drive del nuovo
Suv C5 Aircross Hybrid PlugIn tra Oggiono, Bellagio e il Ghisallo allo scopo di dimostrarne le capacità di arrampicata in salita e di ricarica veloce in un percorso misto, ha scelto Milano per una prova full electric. Obiettivo: tenere inattivo il motore endotermico da 180 cv senza consumare benzina e sfruttare i vantaggi — anche in termini di rumore azzerato: per il marchio del Double Chevron la sigla Suv sta per Silent Urban Vehicle — della modalità elettrica.
Abbiamo percorso circa 50 chilometri dalla zona di via Mecenate e ritorno, risalendo fino alla svolta di corso Indipendenza, «bucando» il centro alle soglie di San Babila per poi aggirare il cuore di Milano e transitare in varie zone dell’Area C (senza pagare: anche una luce blu sotto il retrovisore interno avvisa che quello è un veicolo che lì può circolare). Autonomia di partenza, a benzina, letta sul cruscotto: 540 km. Autonomia in elettrico in quel momento: 44 km (ma la Casa ne garantisce 55 al massimo della carica). Con due semplici operazioni si ottimizza la resa del propulsore da 80 kW: con la funzione ë-Save si predispone una riserva (10 km, 20 km o batteria intera), mentre attivando la modalità brake (lettera B sul cambio automatico a 8 rapporti) si possono usare frenate e decelerazioni per accumulare energia, come accade con il kers in F1.
Dopo 50 minuti in città, senza problemi di maneggevolezza perché la C5 Aircross non è minuta, ma ha nella manovrabilità uno dei maggiori pregi, il risultato l’ha dettato il computer di bordo: l’autonomia è stata di 1.140 km. Il livello della benzina è rimasto inalterato (ma durante il test il valore dei km percorribili con il propulsore classico cresceva qua e là), mentre la carica residua della batteria si è attestata al 50 per cento, con 25 km ancora da consumare.
Riassunto: in questo scenario si può avere una riduzione perfino del 40 per cento dei costi rispetto a una versione tradizionale. Detto in altro modo: sono bei soldi.