Corriere della Sera

«Io qui senza poteri Esausto per l’impegno, dopo l’ultima dose torno a fare il nonno»

Il consulente della Lombardia: Aria funzionava male Cambiarla scelta politica? L’emergenza non ha colore

- di Stefano Landi

È circondato da mappe. Ogni centimetro del territorio lombardo colorato a seconda dell’incidenza del contagio. Sulla scrivania, il risiko delle vaccinazio­ni. Guido Bertolaso il 2 febbraio ha accettato di diventare il consulente della Regione per la campagna vaccinale. Era a casa a disegnare con la nipotina. Lo hanno chiamato come uno di quei calciatori a cui si chiede di fare la differenza in una partita in salita.

Si è già pentito?

«No, sono un osso duro. Però mi sento in discussion­e ogni giorno».

È il secondo atto della sua avventura lombarda. Cosa ricorda del marzo scorso?

«In questi giorni ero ricoverato con il Covid. Per l’ospedale in Fiera ho ricevuto attacchi di ogni genere. Ora che è diventato un argine decisivo per le terapie intensive non la vivo come una rivincita. Solo come la cosa giusta da fare».

Ha attaccato per primo Aria: era la cosa giusta da fare lasciare la piattaform­a che gestisce le prenotazio­ni dei vaccini?

«Mi ero accorto che qualcosa non funzionava il giorno che abbandonar­ono 300 anziani convocati per errore. Ma le sembra possibile che qualcuno non venga chiamato ed altri mandati a 60 chilometri da casa per farsi vaccinare?».

Un altro duro colpo per l’immagine di eccellenza sanitaria lombarda?

«Era un sistema che funzionava male e andava cambiato: siamo atterrati su Marte, non possiamo non gestire delle prenotazio­ni via sms».

Riconosce una matrice politica nelle critiche?

«L’emergenza sanitaria non può avere bandiere. Nella mia vita ho lavorato con 4.500 sindaci e non mi sono mai chiesto di che partito fossero. Nessuno crede che in questo Paese si possa seguire un ideale comune».

Intanto in Israele vaccinano la gente al pub davanti a una birra. Al netto delle differenze, si aspettava una campagna con meno buche burocratic­he?

«Onestament­e sì: basta guardare il plico di 11 pagine che va compilato prima dell’iniezione. Succede solo in Italia. Facciamo i check-in online, dobbiamo digitalizz­are queste procedure».

Senza AstraZenec­a non si raggiunge l’immunità di gregge. Ha paura delle ripercussi­oni psicologic­he dopo lo stop della settimana scorsa?

«Le rinunce sono intorno al 10%. Man mano aumenterà la fiducia. Anch’io ho un figlio e un nipote a Londra. Mi hanno chiesto un parere: gli ho detto di correre a vaccinarsi».

Cosa la preoccupa?

«Fra poche settimane dovremo far convivere tre diversi vaccini. Una grande risorsa, ma anche un rischio di ingolfamen­to pratico».

Non percepisce il senso di sfiducia di un’intera generazion­e?

«Posso promettere che entro l’11 aprile tutti gli over 80 saranno vaccinati. Il piede è sull’accelerato­re. Ma già ora in Lombardia sono stati vaccinati un quinto del totale italiano: stiamo rispettand­o le proporzion­i. I numeri non si possono manipolare».

Qualcuno sperava nei suoi superpoter­i…

«Ma qui non sono nessuno: non posso firmare un pezzo di carta, non posso stanziare un euro. Dovrei stare all’ultimo piano di Palazzo Lombardia a dire cosa mi sembra giusto o sbagliato. Invece sono qui a incastrare numeri. A rispondere ai cittadini. Con un po’ di autorevole­zza, ma senza autorità».

Sembra che altre Regioni siano molto più avanti…

«Non siamo primi e nemmeno ultimi. E a chi mi fa l’esempio del Lazio che ha avviato anche le vaccinazio­ni di fasce di popolazion­i under 80 vorrei spiegare che noi stiamo seguendo le priorità che ci hanno chiesto. Non seguire quell’ordine è scorretto, anche se suggestivo».

A proposito di Lazio, a Roma c’è chi l’aspetta come sindaco…

«Sarebbe un sogno, ma sono vecchio ed esausto per questo sforzo. Finito di vaccinare l’ultimo lombardo torno negli spogliatoi e ricomincio a fare il nonno».

A proposito di calendario, ridirebbe che entro giugno tutti i lombardi avranno almeno la prima dose?

«Certo, ci metto la faccia. Se parte la Lombardia riparte l’Italia».

Le prenotazio­ni sms

Siamo andati su Marte, non si può andare in tilt per le prenotazio­ni sms Vaccini, troppa burocrazia

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In attesa Il padiglione della Fiera di Cremona ieri, con le persone regolarmen­te convocate per il vaccino. Domenica, per un errore nelle convocazio­ni, si erano presentate 58 persone su 600

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