La grande fuga dopo le piogge torrenziali in Australia
È la peggiore inondazione dal 1961, nelle aree già colpite dagli incendi. Case prese d’assalto dai ragni
Case portate via, migliaia di sfollati, 10 milioni di persone in ansia, animali in fuga (ragni e serpenti compresi). In Australia piogge torrenziali come non se ne vedevano da 50 anni hanno mandato sott’acqua regioni intere, dal New South Wales fino al Northern Territory, dal Queensland a Victoria. Un diluvio: a Port Macquerie, cittadina sull’oceano a nord di Sidney, da giovedì a ieri sono caduti 90 centimetri di pioggia. Domenica per una coppia di sposi doveva essere il giorno del matrimonio: hanno visto la loro nuova abituazione galleggiare via nella corrente. Acqua dal cielo e dal mare. E non è finita: il picco delle precipitazioni, su un territorio vasto come l’Alaska, è previsto per la giornata di oggi. Scuole chiuse (non per Covid), dighe tracimate, tutti i pompieri disponibili chiamati a migliaia di salvataggi. La furia dell’acqua nelle stesse zone dove un anno fa erano state le fiamme degli incendi a provocare il disastro ambientale. Dalla siccità alle inondazioni. Sono gli scherzi atmosferici modello La Niña, amplificati dagli effetti del cambiamento climatico. Immagini apocalittiche che fanno il giro del mondo, umani in difficoltà (anche se non si registrano vittime) e animali ancora una volta a rischio: canguri che si inventano anfibi, mucche che si ritrovano sulla spiaggia, cavalli costretti a guadare fiumi, razze marine pescate nei giardini dell’entroterra.
Si salvi chi può. Matt Lovenfosse ha raccontato al Guardian che ieri mattina al risveglio ha trovato «milioni di ragni» in fuga dalle acque straripanti del Kinchela Creek, sulla costa del New South Wales. Scene che si sono ripetute altrove. «Si arrampicavano dappertutto: sulle pareti di casa, sui recinti, sulle gambe, mentre i serpenti cercavano rifugio sugli alberi».