Effetto sciopero: una giornata (quasi) senza Amazon
Il primo stop dei dipendenti italiani. La richiesta di solidarietà ai consumatori: non fate acquisti
Almeno una coperta termica da 44,99 euro ha forzato il blocco ieri mattina. Ed è arrivata, crumira e puntuale alla meta, dalle parti di viale Piave, a Milano. Allo stesso indirizzo era stato recapitato domenica a mezzogiorno un asciugacapelli, ordinato in un momento di insonnia la notte precedente. Meno di 12 ore dal click su «compra» alla scampanellata del citofono.
Al vanto di Amazon, fiume in piena di scatole sorridenti, corrisponde il furore dei dipendenti, magazzinieri e driver per le marce forzate: «Facciamo in media 150 fermate al giorno, per consegnare 170 pacchi entro sette ore e mezza». Spremuti e stremati dagli algoritmi aziendali che battono i tempi della lavorazione e delle consegne degli ordini, i dipendenti della filiera nazionale hanno chiesto ai fornitori di servizi di aderire al loro sciopero, il primo contro l’impero di Jeff Bezos. E, sostenuti da Federconsumatori, hanno esortato i clienti all’astensione dallo shopping per 24 ore, dalle 7 di ieri alle 7 di oggi.
Il giro d’affari del commercio on line è più che raddoppiato durante il lockdown e nelle zone rosse, e i sindacati, Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, rivendicano da Amazon un miglioramento delle condizioni lavorative e salariali per quanti lo hanno favorito: le migliaia di precari dell’indotto, i 9.500 magazzinieri e gli oltre 15 mila driver, pressati a produrre sempre di più e sempre di corsa.
Per difendersi dalle accuse di sfruttamento, Mariangela Marseglia, country manager di Amazon Italia e Spagna, si rivolge con una lettera alla clientela: «Prendiamo molto sul serio il nostro compito di continuare a fornirvi un servizio utile, così come quello di proteggere la salute e la sicurezza di tutto il nostro personale, permettendovi di acquistare e ricevere i prodotti di cui avete bisogno restando a casa il più possibile». E, quanto al trattamento economico, la multinazionale considera adeguato «un salario d’ingresso pari a 1.550 euro lordi al mese per i dipendenti a tempo pieno, tra i più alti del settore della logistica».
Dai cancelli dei 40 magazzini e hub nazionali i sindacati comunicano una partecipazione media allo sciopero del 75%, con punte del 90% in Lombardia, mentre Amazon minimizza l’impatto: «Il tasso di adesione — dice — è stato inferiore al 10%, mentre quello riferito dai nostri fornitori dei servizi di consegna intorno al 20%».