«Pianeta 2021» La sostenibilità imposta dalla pandemia
L’ululare degli allocchi o il trillo del gufo: da quanto non ci accorgevamo della loro presenza urbana, prima del lockdown? Né, per il dopo, possiamo pensare (anche qui) che «tutto torni come prima». «Si tratta di riallacciare un antico dialogo di massa e una cultura naturalistico contadina un tempo diffusa», scrive l’etologo Enrico Alleva nell’articolo che apre l’inserto Pianeta 2021, in edicola domani gratis con il Corriere. La pandemia non ha introdotto nel vocabolario la parola «sostenibilità»: c’era già. L’ha però imposta per ridefinire le priorità. Lo ricorda nell’editoriale Barbara Stefanelli, vicedirettore vicario del Corriere, per i centri urbani travolti dal virus: «Dovremmo titolare: 2020 -2021 fuga dalle città? Oppure
esiste un futuro da progettare?», riflette. «Non tutte, bensì alcune città riusciranno a riproporsi come una costellazione innovativa e promettente». Le città tornano laboratori, ma tutto il pianeta è «in prova». Leggerete di «Generazione Oceano», la campagna Unesco per il mare; vedrete come finalmente l’Africa pensi a «usare» il Sole; osserverete l’impegno ecologista della gioventù della Polonia che soffoca nello smog. Una sezione è dedicata alla nuova mobilità. Dai motori elettrici alle colonnine di ricarica: se ne parlerà nell’incontro di Pianeta 2021 del 26 marzo alle 10, su Corriere.it e sul profilo Facebook del Corriere.