COVID, UNA SVOLTA IN LOMBARDIA
Illustre professor Salvati, la ringrazio per l’opportunità che mi offre di spiegare. La Lombardia, dopo aver avviato con il vaccino Pfizer la vaccinazione del personale sanitario e delle residenze per anziani, ha iniziato la campagna vaccinale degli over 80 il 18 febbraio, in concomitanza con il taglio delle consegne di Pfizer, usato per gli anziani. Questa partenza non facile non ci ha impedito di somministrare 1,2 milioni di dosi e per gli over 80 di fissare l’11 aprile come data di completamento della prima dose e fine aprile per la seconda.
Ad oggi abbiamo fatto 409 mila vaccinazioni agli over 80, di cui 60 mila nelle Rsa, con aree della nostra Regione dove la percentuale è superiore alla media italiana, altre dove invece stiamo recuperando. Se guardiamo solo agli ultranovantenni, la Lombardia ne ha vaccinati in percentuale di più rispetto ad altre regioni da lei citate.
Sabato, su 120 mila vaccinazioni in tutta Italia, 30 mila sono state fatte in Lombardia: il 25%. Per una regione dalla complessità della Lombardia è un risultato non banale.
Regione Lombardia ha adottato, prima in Italia, una specifica strategia per alcune aree in cui si sono presentati pericolosi focolai. Una strategia fatta di contenimento, di vaccinazione reattiva, soprattutto delle fasce più a rischio come gli over 80, ma in alcuni casi abbiamo esteso fino alla fascia d’età 60-79 anni.
I risultati sono stati notevoli e si è riuscito ottenere anche una riduzione di trenta volte del tasso di incidenza dei casi come a Viggiù, ma paragonabili risultati sono stati ottenuti anche a Mede, Castrezzato, Bollate e nei 23 comuni del Basso Sebino tra Bergamo e Brescia.
Sul criterio di chiamata alla vaccinazione interviene, oltre alla successione anagrafica, la distanza dal centro vaccinale, che cerchiamo di garantire il più vicino possibile al domicilio e visto che le persone non sono in modo omogeneo distribuite, si possono creare dei disallineamenti tra aree. Questo criterio della vicinanza diverse volte non è stato rispettato e gli anziani sono stati costretti a recarsi in centri vaccinali molto lontani. Visto il perdurare di questi errori si è deciso di rescindere il contratto con Aria, grazie alle clausole di qualità del servizio che avevo fatto introdurre, e ci siamo rivolti a Poste Italiane.
Nessun criterio di selezione in base alla patologia è stato invece adottato per la chiamata degli anziani.
Il criterio clinico per i pazienti cosiddetti «vulnerabili» è già invece adottato dalla scorsa settimana per la loro chiamata alla vaccinazione presso i Centri Ospedalieri di riferimento.
Abbiamo a cuore la salute dei cittadini lombardi e ci stiamo adoperando per realizzare al più presto, con efficacia ed efficienza, la vaccinazione di 6,6 milioni di persone, grazie all’impegno prezioso degli operatori sanitari e dei volontari che con generosità si stanno spendendo quotidianamente per questa straordinaria impresa.
Assessore alla Sanità e al Welfare
e vicepresidente della Regione Lombardia
Comune per Comune
Per alcune aree in cui si sono presentati pericolosi focolai, la Regione ha adottato una specifica strategia