Lui, lei, la malattia: love story italiana
Camaiti, regista di «Sulla stessa onda»: un film sulla voglia di vivere attimo per attimo
L’estate sta finendo. Sara e Lorenzo si incontrano a Favignana durante un corso di vela, lei allieva carica di talento e temperamento, lui istruttore di manica larga. Giovani, carini e molto innamorati. Tutto sembra giocare a loro favore ma, tornati a Palermo, si trovano a fare i conti con un nemico silenzioso: la malattia degenerativa di lei, la distrofia muscolare, che manda all’aria ogni piano. È lo spunto di partenza di Sulla stessa onda, opera prima di Massimiliano Camaiti, prodotto da Cinemaundici e realizzato da Netflix (che lo programma da giovedì prossimo) in associazione con Mediaset. Accanto ai due protagonisti, Elvira Camarrone e Christian Roberto, Donatella Finocchiaro e Corrado Invernizzi (i genitori di lei) e Vincenzo Amato (il padre di lui).
Una love story tra giovanissimi, un triangolo involontario: lui, lei e l’altra, ovvero la malattia con il suo carico di dolore. «L’idea del film — racconta il regista romano, già assistente alla regia di Carlo Verdone e Silvio Soldini — è nata da un’esperienza personale, poi la storia si è trasformata». Più che sulla malattia, spiega, un film, scritto con Claudia Bottino, «sulla voglia di vivere attimo per attimo, più sulla vita che sulla paura della morte. Il senso è che non esiste nulla più forte dell’amore». La malattia, concorda Donatella Finocchiaro, qui «è solo un incidente di percorso».
Il cuore del racconto sono loro, Sara e Lorenzo, Elvira Camarrone e Christian Roberto, al loro primo ruolo da protagonisti. «Questa è un’opera che mostra come l’amore riesca a superare qualsiasi cosa
— sostiene Camarrone, 19 anni, danzatrice oltre che attrice, già vista in Era d’estate di Fiorella Infascelli —. Lo fa con leggerezza che non vuole dire superficialità. Il messaggio è vivere ogni momento fino in fondo, non lasciarsi scappare nulla, soprattutto quando si è giovani. Spesso non ti rendi conto di quello che hai fino a quando un incidente ti obbliga a concentrarti sulle cose importanti». Ogni riferimento alla vita durante la pandemia, seppur involontario («Sulla stessa onda è stato pensato e realizzato prima dell’emergenza Covid-19», precisa Camaiti), è azzeccatissimo. «Ci chiamano generazione Covid ma siamo tutti colpiti, indipendentemente dall’età. In quanto a me, cerco di essere ottimista. Sono iscritta al primo anno di Giurisprudenza a Palermo, seguo le lezioni in Dad, non è come me l’aspettavo. Ma ho speranze che cambi presto».
Le fa eco il suo collega Roberto, 20 anni compiuti lo scorso dicembre. «Spero che il film aiuti i ragazzi a riflettere sul momento che stiamo vivendo. Non dobbiamo farci abbattere dalle difficoltà, ma andare avanti». Per lui la gavetta è cominciata da bambino in tv, ballerino a Italia’ s Got Talent, poi musical e fiction. «La danza è la mia passione, ora è tutto fermo. Mi godo l’uscita del film».