Elicotteri, robotica, spazio E un’unica difesa: i dati
La galassia di Leonardo: 11 mila aziende per una geopolitica tecnologica
Nuovi paradigmi di Difesa. Leonardo sta diventando sempre più la nostra protezione digitale. Lo scudo per il Paese dalle intrusioni informatiche, animate da interessi ostili con ambizioni diverse, come quella di creare danni alle infrastrutture o lo spionaggio alla ricerca di dati sensibili. Non è un caso che il gruppo guidato da Alessandro Profumo sia al centro del perimetro di sicurezza cibernetica del nostro Paese. E non è un caso che tra linee programmatiche di Leonardo da qui al 2030 ci sia la costruzione di una filiera cloud nazionale come testimonia il recente accordo con il service provider Aruba. La realizzazione del supercomputer «davinci-1» è funzionale a questo progetto: potrà essere integrato con la piattaforma cloud europea Gaia-X, per garantire la sovranità digitale dell’Italia e dell’Europa.
La battaglia per la tutela dei nostri dati è la partita del decennio. E Leonardo deve giocarla in prima linea per muoversi come attore in questa variegata e ramificata filiera industriale che si sta costruendo. L’Europa è storicamente in ritardo rispetto a Stati Uniti e Cina con le loro big tech. Serve tanta potenza di calcolo e tanto magazzino. A livello industriale, Leonardo dispone di miliardi di dati — non solo strategici — perché è un Gruppo che spazia dai sistemi elettronici agli aerei ed elicotteri, dai sistemi spaziali ai nuovi materiali, dalla robotica all’intelligenza artificiale e al supercomputing. Abbraccia tutta la catena del valore – ricerca e sviluppo, produzione, addestramento, logistica, supporto – in Italia,
Stati Uniti, Regno Unito e Polonia. Ha costruito una rete di alleanze e di collaborazioni che comprendono il mondo della ricerca e delle aziende high tech, la geopolitica, i rapporti tra i governi e le relative sfere di influenza internazionali. È protagonista nei programmi strategici nel settore della difesa come gli Eurofighter e l’F-35 e dello spazio, come Galileo e Copernicus. Leonardo è partner tecnologico di Boeing, BAE Systems, Thales, Airbus, Lokheed Martin, Saab, RollsRoyce. Un sistema che oggi si traduce in una catena di fornitura composta da 11mila aziende, sono oltre 4mila in Italia, di cui 600 rappresentano il nucleo più strutturato in ambito tecnologico, con un valore di ordinato pari a circa 9 miliardi di euro, dei quali 4 in Italia.
Nel nostro Paese, la filiera di Leonardo occupa oltre 124mila persone e crea un valore della produzione, fra diretto, indiretto e indotto, pari a circa 22 miliardi di euro. Nell’anno pandemico 2020 ha inevitabilmente subito un contraccolpo ma ha retto bene l’urto nonostante la crisi dell’industria delle aerostrutture che incide sugli impianti in Puglia e Campania. Hanno subito una flessione le commesse dell’Atr, il consorzio paritetico con Airbus. A Pomigliano viene prodotta la gran parte del velivolo turboelica per le rotte di medio raggio impiegata da molte compagnie aeree. Anche Boeing, a causa della crisi dell’aviazione civile, ha tagliato inevitabilmente gli ordinativi di componenti, come le fusoliere. I vertici di Leonardo hanno deciso di contenere le spese, senza incidere sul costo del lavoro, e hanno rilanciato mettendo sul piatto investimenti per 360 milioni, nei prossimi quattro anni, per ammodernare i siti localizzati nel Mezzogiorno del Paese.
Leonardo ha da poco diffuso i conti del 2020 che sono stati migliori delle aspettative, facendo segnare ordini per 13,8 miliardi. L’azienda sta puntando su una rete di laboratori, incubatori tecnologici dedicati alla ricerca. Si tratta di una rete costituita da nove centri connessi con università e centri di eccellenza. Per spingere sulla digitalizzazione. E sull’oro di oggi: i dati. Averli, usarli e proteggerli.
La priorità
Sicurezza cibernetica per l’Italia: in progetto la costruzione di una filiera cloud nazionale
Il rilancio
Piano di investimenti di 360 milioni al Sud per reagire alla crisi attuale dell’aviazione civile