Tra reality e realtà, i concorrenti vivono in stato confusionale
Il sabato è il giorno di Maria De Filippi, la domenica di Barbara D’Urso. Pare che le due non si amino. La Fascino Pgt ha infatti querelato tale Pietro Delle Piane. La decisione è arrivata a seguito di alcune dichiarazioni pronunciate dal Tizio a proposito della sua partecipazione a «Temptation Island».
L’ex concorrente del reality ha affermato, chez Barbara, che in tale occasione avrebbe «recitato un ruolo», andando così a minare la credibilità dello show prodotto dalla De Filippi.
Visto che fioccano le querele lasciamo perdere le ostilità; la divergenza è solo un caso di scuola. Il reality non è la realtà, è una realtà messa fra virgolette,
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PEARL HARBOR interpretata, «pettinata». Dunque, i concorrenti, credendo di essere sé stessi, recitano comunque una parte o sono indotti a recitarla. Altrimenti, cosa ci stanno a fare gli autori? «Non c’è da meravigliarsi se una delle regole basilari del reality, l’indistinzione tra vero e finto, finisce per confondere le persone semplici», ha scritto Walter Siti, che è stato anche autore tv.
Sappiamo che i protagonisti dei reality «recitano», recitano cioè in senso pirandelliano, interpretano le parti di un’esistenza che in qualche modo li sopraffà e dove l’atto principale di liberazione sta nel confessarsi. La confessione sembra sempre «vera», altrimenti non sarebbe credibile (la confessione è sia ammissione di una colpa che memoria autobiografica). Non vorrei essere nei panni del giudice che dirimerà la querela: dovrà affrontare questioni teoriche di non facile soluzione, ormai tutta la tv cammina su questo crinale. Una cosa è certa: nei reality succede di tutto, immagino con il permesso (sollecitazione?) degli autori.
Gli episodi più eclatanti rimbalzano in altre trasmissione (per la gioia degli autori), ma se poi qualche sensibilità viene urtata chi ci va di mezzo? Non certo gli autori ma il poveretto che vive in stato confusionale fra reality e realtà.