Corriere della Sera

Un secchione in Ferrari

Carlos Sainz: «Della macchina memorizzo tutto l’ho imparato da papà Quando corre però ho paura»

- Daniele Sparisci

Carlos Sainz, la vera novità della Ferrari di quest’anno. Alla sua seconda presenza con la Scuderia già affronta la gara di casa: il Gp di Imola. A porte chiuse, su una pista di enorme fascino intitolata a Enzo e Dino Ferrari. Lo spagnolo è una presenza fissa a Maranello, dalla sua casa vicino alla fabbrica studia e lavora per il riscatto della Rossa. Palestra, simulatore, riunioni con i tecnici, una routine frenetica.

In queste settimane ha analizzato la sua prima corsa in Bahrein?

«Un buon inizio, più per le sensazioni che per il risultato. Ottavo non è niente di speciale, ma non mi aspettavo di adattarmi così rapidament­e alla squadra e alla macchina. Sono riuscito ad andare veloce da subito, ma voglio molto di più».

Lei ha la fama di «secchione», quale è il suo metodo?

«È un approccio fondamenta­le soprattutt­o al primo anno in una nuova scuderia. Da fuori non si capisce come sia diverso cambiare team e monoposto. È un altro mondo, un’altra categoria: è normale che al mio primo Gp con la Ferrari non sia lo stesso Carlos del Gp numero 40 con la McLaren. Lì sapevo tutto: cosa fare con l’ala anteriore, con il differenzi­ale, come partire, come indirizzar­e lo sviluppo. Procedure che ora devo apprendere, perciò voglio stare il più possibile a Maranello».

Parla benissimo italiano, è stato un vantaggio per inserirsi?

«Sì, ma non decisivo, di sicuro ha dato un’accelerata. Ma la Ferrari è molto internazio­nale, come l’intera F1».

Fra i suoi punti di forza c’è la memoria. È vero che si ricorda gli assetti delle macchine con cui ha corso da ragazzino?

«Me lo ha insegnato papà: a 11 anni mi chiedeva di ricordare la pressione delle gomme, il set-up, il tipo di assale. All’inizio è stato difficile dargli retta, non capivo perché dovessi sapere tutto. Solo ora l’ho compreso e mi sta aiutando tantissimo in F1, senza quella lezione non sarei cresciuto».

Carlos Sainz senior, quante lezioni le ha dato?

«Domanda difficilis­sima. Lui è papà, ma anche una specie di manager: è sempre stato al mio fianco, pure quando sbagliavo».

E comunque dicono che lei di carattere somigli di più a sua madre, Reyes.

«Sì. Sono più tranquillo rispetto a papà che è sempre carico. Come mamma, sento di meno la pressione. Vivo più rilassato».

Da bambino tutti volevano batterla in quanto figlio di un campione di rally, come li ha battuti?

«Li motivava il mio cognome, sono abituato a lottare da sempre. È come nel calcio: se Andrea Pirlo va alla partita del figlio, gli avversari si mettono in mostra. Io pensavo fossero amici e invece...».

Invece?

«Facevamo merenda insieme, ci vedevamo la sera per una pizza, ma dopo in pista mi buttavano fuori. Volevano superarmi a ogni costo, finché qualcosa non è cambiato nella mia testa».

In che modo?

«Papà mi disse: “Mangiateli o sarai mangiato”. Così sono diventato più cattivo, ho smesso con le pizze per non sentirmi amico di nessuno. Ero lì per correre, non per fare nuove conoscenze».

Esordio in F1 in Toro Rosso nel 2015 con Max Verstappen. Esame tosto, come lo ha superato?

«Si capiva subito che Max era speciale, che aveva doti fuori dal comune. Essere riuscito a tenergli testa mi ha dato fiducia per continuare in F1, sapevo di essere nel posto giusto. Di potermela giocare con chiunque».

Gioca ancora a golf?

«Sì tanto, quando sono al 100% ho un handicap di 8-9 (buon livello ndr)».

Anche a Leclerc piace, vi siete già sfidati?

«Non vuole, dice che non è ancora al mio livello. Che deve prendere lezioni. Ma ci affrontere­mo anche lì, prima o poi».

Che cosa ha di speciale Charles?

«La sua storia. Ha perso un amico, Jules Bianchi, poi il papà. È diventato ancora più forte superando tremendi drammi. Per questo lo ammiro molto, ho seguito tutta la sua carriera».

La coppia ferrarista più giovane dal 1968: che effetto fa?

«Alcuni pensano che siamo troppi giovani per la Ferrari, ma io ho 26 anni e sono alla settima stagione in F1. Ho le capacità per aiutare questa squadra a tornare nelle posizioni vincenti. Di Charles già si conosce il valore, lo ha dimostrato. Stiamo spingendo forte a Maranello, siamo sempre al simulatore, con ingegneri e meccanici. Due piloti giovani portano una grande energia, siamo carichi e abbiamo voglia di vincere».

Parla con il presidente John Elkann? Che cosa vi dite?

«Molto più di quanto mi aspettassi. Lui si preoccupa di tutto, ci chiama in continuazi­one e ci chiede un sacco di cose. È molto motivato, è spessissim­o a Maranello, si avverte la sua spinta».

A casa Sainz si tifa Real Madrid, la Ferrari come il suo Real?

Lewis Hamilton non ha punti deboli, me ne accorgo in pista: se mettessimo tutti i piloti sulla stessa macchina, lui sarebbe fra i migliori. Quasi certamente vincerebbe lo stesso

Di Leclerc ammiro lo spirito: ha perso l’amico Jules Bianchi e poi il papà. Da drammi tremendi è uscito ancora più forte Ci sfideremo anche a golf, ma deve prendere lezioni

«Sì, sono le due squadre più famose del mondo nei loro sport. La Ferrari è destinata a vincere, ogni sport è fatto di cicli. Spingiamo per tornare in alto il più presto possibile. D’altronde il Real prima del 2014 aveva atteso dodici anni per vincere la Champions».

Quale giocatore vorrebbe essere?

«Sergio Ramos, un leader. I miei idoli del passato invece sono Zidane e Cristiano Ronaldo».

Rimpiange CR7?

«Al Real Madrid mancano il suo istinto killer, i suoi gol. Glielo dico spesso a John, è una fortuna per la Juve averlo. Trasmette impegno e sacrificio. A 36 anni è un riferiment­o».

Se potesse correre con un ferrarista del passato chi scegliereb­be?

«Schumacher del 2004, all’apice della carriera. Vorrei stare accanto a lui solo per sapere come è diventato leader. E poi Gilles Villeneuve, l’ho conosciuto dai racconti di mio padre e poi su Youtube. Anche Lauda e Alonso, ma Fernando lo conosco di più».

Fernando alla Ferrari è stato sfortunato, ha sfiorato il Mondiale. Lo completa lei il lavoro lasciato in sospeso?

«Siamo un po’ lontani ora dal Mondiale, ma il mio traguardo è lottare per avere questa possibilit­à in futuro».

Perché non ha scelto i rally? Nelle garette in famiglia spesso vinceva lei.

«Perché adoravo la F1, nel 2005 al Gp di Spagna ho conosciuto Schumacher e Alonso e dopo è stata una scelta naturale. Anche su una macchina da rally posso essere veloce, ma devo conoscere il mezzo e la strada. Non ho il controllo che ha mio padre al primo colpo».

Non è preoccupat­o quando lo vede correre alla Dakar?

«Prima no, ora sì. Sarà per l’età (ride ndr), e ogni volta che partecipa mi preoccupo ancora di più. Prima di partire gli dico: “Vai forte ma ricordati che hai 59 anni e una famiglia che ti aspetta a Madrid”».

Quale cibo spagnolo le manca di più in Italia?

«Nessuno. Qui si mangia bene. Non è come in Inghilterr­a, lì mi mancavano jamón, paella, cose così».

Lewis Hamilton ha vinto in Bahrein e non era favorito. Dove sta la sua forza?

«Ha tutte le qualità che un pilota vorrebbe avere. Non ha punti deboli, lo vedo in pista. Forse gli è mancata la competizio­ne in qualche stagione, doveva battere uno-due avversari al massimo. Ma se mettessimo tutti sulla stessa macchina, Lewis sarebbe tra i migliori. Quasi certamente il migliore».

La magia di guidare per la Ferrari quando l’ha sentita per la prima volta?

«Nel primo test a Fiorano a gennaio, quando sono uscito dal box, ho fatto il giro di riscaldame­nto e ho visto i tifosi dietro alle reti, gli striscioni di benvenuto, mi è salita un’emozione in macchina. Non dimentiche­rò mai quel giorno».

 ?? (Italy Photo Press) ?? Motori nel sangue Carlos Sainz, 26 anni, da quest’anno corre per la Ferrari: figlio di Carlos Sainz, due volte campione del mondo di rally
(Italy Photo Press) Motori nel sangue Carlos Sainz, 26 anni, da quest’anno corre per la Ferrari: figlio di Carlos Sainz, due volte campione del mondo di rally
 ??  ?? Compagno Charles Leclerc, 23 anni, due vittorie e 12 podi con la Ferrari in F1 Accanto Lewis Hamilton, 36, sette volte campione del mondo (Ipp)
Compagno Charles Leclerc, 23 anni, due vittorie e 12 podi con la Ferrari in F1 Accanto Lewis Hamilton, 36, sette volte campione del mondo (Ipp)
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