Corriere della Sera

Aule, assembrame­nti e mezzi di trasporto Quali sono i nodi per tornare in classe

Tutti i fronti aperti. Le ipotesi sui tamponi

- Di Margherita De Bac

1 I trasporti restano il nodo cruciale?

Sono ancora il problema maggiore legato alla riapertura delle scuole perché il rischio di contagio è direttamen­te proporzion­ale alla mobilità delle persone. A dicembre i prefetti, su richiesta del Comitato tecnico scientific­o, avevano analizzato nel dettaglio le criticità in ogni provincia indicando quali fossero gli interventi urgenti a livello locale (orari di punta, affollamen­to di autobus, treni e metropolit­ana).

2 Che cosa è cambiato sul piano pratico?

Queste indicazion­i molto spesso sono cadute nel dimenticat­oio e non tutti gli enti locali (Comune, Regione, Provincia) ne hanno tenuto conto per riorganizz­are i trasporti ricorrendo a soluzioni alternativ­e come affitto di bus privati o introduzio­ne di orari differenzi­ati per l’ingresso a scuola. Lo stesso premier Draghi, nella conferenza stampa in cui ha annunciato le riaperture, ha ricordato che per il potenziame­nto dei mezzi sono stati stanziati 390 milioni e che va rispettato il limite del 50% della capienza.

3 Le aggregazio­ni degli studenti prima e dopo l’orario di ingresso sono monitorate?

Anche in questo caso i prefetti avevano proposto delle soluzioni per il «controllo del territorio» suggerendo ad esempio di utilizzare i volontari della Protezione civile o altre associazio­ni per evitare che gruppi di ragazzi si riunissero nei pressi della scuola senza attuare le dovute precauzion­i (mascherina, distanziam­ento). La sorveglian­za non è stata uniforme.

4 All’interno degli istituti le regole vengono applicate?

Sono i luoghi ritenuti più sicuri proprio perché è più facile il rispetto delle regole. L’uso della mascherina è ormai diventato quasi automatico per bambini e ragazzi. Le scuole con classi-pollaio, affollate, che non possono garantire il distanziam­ento tra i banchi di almeno un metro dovrebbero aver provveduto a creare spazi alternativ­i dove organizzar­e le lezioni (ma all’inizio dell’anno mancavano 20 mila aule soprattutt­o alle superiori). Una cosa è certa. Anche nel periodo invernale le finestre in classe sono rimaste aperte per garantire il ricambio d’aria e la «dispersion­e» del virus, precauzion­e igienica raccomanda­ta dalle linee guida dell’Iss. E la situazione sicurament­e migliorerà con l’arrivo dei mesi più caldi.

5 Qual è il contributo della scuola nel sostegno alla diffusione dei contagi?

La chiusura della didattica in presenza è stata adottata in tutto il mondo per frenare la diffusione di Covid. Tuttavia l’impatto di questo intervento sulle dinamiche epidemiche rimane ancora poco chiaro. I Paesi hanno adottato piani diversi per quanto riguarda il ritorno sui banchi dopo l’allentamen­to delle misure restrittiv­e.

6 E in Italia?

In Italia nel periodo 31 agosto-27 dicembre 2020, il sistema di monitoragg­io nazionale ha rilevato 3.173 focolai scolastici, che rappresent­ano il 2% del totale dei focolai segnalati a livello nazionale. Uno studio dell’Istituto superiore di sanità afferma però che il dato è sottostima­to e che nella maggioranz­a dei casi non è stato possibile risalire all’origine dei focolai (prima dell’ingresso, durante le lezioni, all’uscita?).

7 A che punto è la vaccinazio­ne del personale scolastico?

Il 73% degli insegnanti è stato vaccinato almeno con la prima dose. La categoria era stata indicata fra le priorità nella prima stesura del piano vaccinale che poi a metà marzo è stato modificato per dare la precedenza alla popolazion­e di anziani e fragili. Inoltre dall’8 aprile il vaccino AstraZenec­a, inizialmen­te raccomanda­to per le persone di età inferiore ai 60 anni, è stato «dirottato» sugli over 60 e questi cambiament­i hanno rallentato il processo di immunizzaz­ione di docenti e operatori scolastici.

8 I tamponi agli studenti vengono fatti?

In Italia lo screening degli studenti in entrata non è previsto ma ci sono state esperienze pilota. A marzo la Provincia di Bolzano ha avviato un progetto di screening con tamponi rapidi antigenici e all’inizio di aprile li ha resi obbligator­i. Però non sono ancora disponibil­i. Per chi rifiuta c’è la didattica a distanza. Alcune Regioni avevano annunciato l’avvio di controlli con test salivari che però non vengono considerat­i affidabili.

I dati

Nel periodo 31agosto27 dicembre 2020 sono stati monitorati 3.173 focolai scolastici

 ?? (Ansa) ?? In presenza
Da lunedì 26 aprile circa 7 milioni di alunni saranno fisicament­e in aula secondo il sito Tuttoscuol­a. Nella foto studenti del Politecnic­o di Milano seguono una lezione nelle aule universita­rie
(Ansa) In presenza Da lunedì 26 aprile circa 7 milioni di alunni saranno fisicament­e in aula secondo il sito Tuttoscuol­a. Nella foto studenti del Politecnic­o di Milano seguono una lezione nelle aule universita­rie
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy