Corriere della Sera

Dolore e solitudine

I reali a piedi dietro la jeep con il feretro Elisabetta e il congedo, l’inizio di una fine

- dal nostro corrispond­ente a Londra Luigi Ippolito

Acapo chino. Il volto coperto dall’ampio cappello nero. Sola. La figura della regina Elisabetta era quella che si stagliava nella cappella di San Giorgio, a Windsor. Nessuno accanto a darle conforto, affondata nel suo dolore. Il funerale del principe Filippo è stata la sua prova più grande: che ha affrontato come sempre, con stoica compostezz­a.

Qualcuno ha visto una lacrima asciugata fugacement­e dal viso, i lineamenti nascosti dalla mascherina. Dio solo conoscerà i suoi pensieri in quei momenti: quando hanno letto la lunga lista dei titoli del duca di Edimburgo e uno su tutti spiccava, «marito». Il compagno di una vita, il confidente, il consiglier­e.

Ma ieri Filippo ha avuto la precedenza: per la prima e ultima volta. Per tutta la sua vita era stato un passo indietro alla regina: ieri ha potuto sfilare davanti a tutti. Per il suo viaggio finale.

È stata una cerimonia solenne ma sobria, come lui avrebbe voluto. Certo, le restrizion­i dovute al Covid hanno imposto un protocollo ridotto all’osso: ma era stato lo stesso Filippo a indicare tutti i dettagli del suo commiato dal mondo, che non voleva gravato da «troppo trambusto».

Quando nel cortile del castello le bande militari hanno smesso di suonare, il feretro è apparso alla vista, sorretto dagli uomini del picchetto: e sotto un sole freddo che illuminava un cielo terso come non mai, si sono uditi a quel punto soltanto i passi sulla ghiaia.

Elisabetta è quindi comparsa a bordo della Bentley reale, accompagna­ta dalle note di «God Save The Queen». L’auto ha sostato brevemente accanto al feretro, che era stato già issato sulla Land Rover che l’avrebbe sorretto nell’ultimo tragitto. Sempre Filippo, amante dei fuoristrad­a, aveva disegnato quell’auto modificata, tinta di verde, che lo ha portato via, in quella bara sovrastata dal suo cappello militare, dalla spada e da una corona di fiori bianchi.

A seguirlo a piedi i figli Carlo e Anna, quindi Edoardo e Andrea: quest’ultimo visibilmen­te impacciato, conscio di essere sotto gli occhi di tutti dopo lo scandalo che lo ha accostato al magnate pedofilo Jeffrey Epstein. Dietro, William e Harry: ma separati dal loro cugino, Peter Philips, il figlio di Anna. Nessuno di loro vestiva l’uniforme militare di rito: una scelta dettata dalla stessa Elisabetta, che ha voluto evitare l’imbarazzo per Harry, che dopo la fuga in California con Meghan ha perso i suoi titoli militari ai quali tanto teneva.

Poi la regina è arrivata alla cappella di San Giorgio, accolta dal decano di Windsor. All’interno, ammesse soltanto 30 persone, in ossequio ai regolament­i Covid. Fra di loro anche un italiano, Edoardo Mapelli Mozzi, marito di Beatrice, la figlia di Andrea, e tre nobili tedeschi, in rappresent­anza del ramo germanico della famiglia di Filippo.

Elisabetta ha preso posto sullo scranno del coro, prima fra tutti, distanziat­a. E lì ha contemplat­o appieno la propria solitudine. Non un gesto, non una mossa durante il servizio funebre. Già la Corona eleva la sovrana al di sopra dei comuni mortali, ma la schiaccia sotto un peso che nessuno può condivider­e. Ad alleviarlo, per decenni, c’è stato Filippo, l’unico col quale potesse confidarsi. Adesso non più: e all’improvviso anche la figura di Elisabetta appariva più piccola, come raggomitol­ata nel lutto. E nei cuori della nazione si stringeva una tristezza infinita.

Quando il suono struggente di una cornamusa scozzese ha segnato l’avvio della conclusion­e della cerimonia, sembrava che intonasse l’epicedio della monarchia stessa. Perché l’addio a Filippo è stato il presagio di un’epoca che si chiude: certo, toccherà a Carlo, poi forse a William, ma ieri è stato l’inizio della fine della seconda età elisabetti­ana. Tramontata la quale, nulla resterà più come prima.

Siamo stati ispirati dalla sua incrollabi­le lealtà alla nostra regina, dal suo servizio alla nazione, dal suo coraggio, la sua forza e la sua fede David Conner cappellano di Windsor

 ??  ?? Nella cappella La regina Elisabetta con il cappello e la mascherina neri, seduta al suo banco nella cappella di San Giorgio a Windsor. Il funerale del principe Filippo è stata la sua prova più grande, che ha affrontato come sempre, con stoica compostezz­a. Qualcuno ha visto una lacrima scenderle sul viso, asciugata fugacement­e. Elisabetta è quindi comparsa a bordo della Bentley reale, accompagna­ta dalle note dell’inno «God Save The Queen»
Nella cappella La regina Elisabetta con il cappello e la mascherina neri, seduta al suo banco nella cappella di San Giorgio a Windsor. Il funerale del principe Filippo è stata la sua prova più grande, che ha affrontato come sempre, con stoica compostezz­a. Qualcuno ha visto una lacrima scenderle sul viso, asciugata fugacement­e. Elisabetta è quindi comparsa a bordo della Bentley reale, accompagna­ta dalle note dell’inno «God Save The Queen»

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