Bergamin, il pm resuscita l’estradizione
Tutti a pensare, e a scrivere l’8 aprile, sia in Francia sia in Italia, che l’avesse fatta franca uno dei terroristi latitanti in Francia sotto la protezione della «dottrina Mitterrand», il 73enne Luigi Bergamin (tre omicidi nei «Pac-Proletari armati per il comunismo» con Cesare Battisti), visto che l’8 aprile si prescriveva l’esecuzione della superstite pena di 16 anni 11 mesi 1 giorno per l’uccisione nel ‘78 del maresciallo Antonio Santoro, comandante degli agenti del carcere di Udine. E invece no. Un fax «urgentissimo» della Procura di
Milano informa il ministero che la pm dell’esecuzione Adriana Blasco ha chiesto che la giudice di sorveglianza Gloria Gambitta il 30 marzo dichiarasse Bergamin «delinquente abituale» sulla scorta delle altre pur prescritte sentenze (gli omicidi del poliziotto Andrea Campagna e del macellaio Lino Sabbadin, rapine e armi). Sembra ininfluente minuzia giuridica, e invece «comporta l’interruzione del termine di prescrizione della pena, che pertanto rimane ancora esigibile». E ora mette alla prova l’inedita disponibilità abbozzata di recente dal ministro della Giustizia Eric DupondMoretti alla collega Marta Cartabia.