«Villa Triste» era davvero tristissima
Annalisa Strada e Gianluigi Spini, autori del libro per ragazzi La casa del male (DeA Planeta), scrivono nella nota conclusiva: «I personaggi di questa storia (…) non sono realmente esistiti, ma le loro vite sono state ricostruite su quelle di uomini e donne veramente vissuti».
Il racconto si occupa di un episodio della Seconda guerra mondiale: «la casa del male» è realmente esistita, è Villa Fossati, in via Paolo Uccello a Milano. Fu occupata dalla banda Koch, un reparto speciale di polizia fascista, per torturare prigionieri ed estorcere informazioni. Per questo fu ribattezzata Villa Triste.
Il romanzo ha per protagonista Arturo, un quindicenne che divide la sua vita tra casa e lavoro in un’officina di biciclette. Vive in una casa di ringhiera dove conosce tutti. Tra gli altri, i suoi coetanei Luciano e Vittorio. Il primo ha scelto i partigiani, il secondo sta con i fascisti. Dopo qualche mese Luciano si trasferisce presso alcuni parenti. Studia e, anche se frequenta Arturo, non gli ha mai parlato dei suoi contatti. Vittorio invece nutre sospetti.
Una notte Arturo viene svegliato da urla e minacce. Lo incappucciano e lo portano via. Si risveglia a Villa Triste senza capirne il motivo. Viene interrogato, ma non ha nulla da dire. Più tace, più lo picchiano. Così diviene uomo: conosce la crudeltà, ma anche la forza della speranza.