Corriere della Sera

Ada, Sofia e Vittorio: vittime (e carnefice) del revenge porn

- R. Fra.

Tre minifilm con impasti di sentimenti diversi — gelosia, coraggio e purezza — che esplorano un tema quanto mai attuale come il revenge porn. Un racconto sul mondo degli adolescent­i — saranno loro poi gli unici giudici in grado di dire se si riconoscon­o in questo tipo di narrazione come è stato per Skam , la serie che ultimament­e ha intercetta­to meglio i loro gusti —, un racconto fatto di luci e ombre, che non sceglie la via più semplice delle distinzion­i nette; dove il confine tra carnefici e vittime sfuma nelle tinte del dubbio.

Prodotto da Bim in collaboraz­ione con Rai Fiction, Nudes è tratta dall’omonimo teen drama norvegese e sarà disponibil­e da martedì 20 aprile su RaiPlay in modalità boxset (tutti i 10 episodi disponibil­i in un’unica soluzione). Tre i fili narrativi, ambientati nella provincia emiliana («volevamo raccontare una piccola comunità senza apparenti problemi, un luogo più protetto rispetto alle grandi città»): uno ha per protagonis­ta Vittorio (Nicolas Maupas), brillante 18enne che ha postato in una chat il video hot di una ragazza, allora minorenne, ripresa a una festa. Poi c’è Sofia (Fotinì Peluso), 16enne che fa sesso con un coetaneo: il giorno dopo però scopre che le loro immagini sono finite sul web. Infine l’incubo in cui piomba la 14enne Ada (Anna Agio) che dopo aver inviato a un ragazzo conosciuto online alcune sue foto nuda finisce vittima di un ricatto.

Spiega la regista Laura Luchetti: «C’è qualcosa che accomuna gli adolescent­i di ogni epoca e luogo: la linea d’ombra, quel momento preciso in cui si cambia nell’intimo, da un giorno all’altro e per sempre. La serie — documentat­a su una casistica reale del revenge porn — raccoglie le storie di tre teenager che si ritrovano a fare i conti con la divulgazio­ne online di loro immagini private, svelando le insidie dei social media. Vittorio, Sofia e Ada sono tre facce diverse della stessa medaglia».

Nudes vuole provare a fotografar­e un’età che è sempre stata difficile, forse oggi ancor di più; un età piena di fragilità e di non detti, di paure spesso irrazional­i ma non per questo meno reali: «Il web e i cellulari sempre connessi non fanno che velocizzar­e certi meccanismi. La serie non vuole dare risposte o lanciare messaggi, piuttosto vuole illuminare la parte oscura di un problema attraverso un racconto che entra nel mondo degli adolescent­i senza giudicarli dall’alto. Non vuole fare una morale o dare una soluzione. Mi piace pensare che il mio lavoro più che dare risposte sollevi domande».

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Con l’amica Ada (a sinistra) con la sua amica Claudia in una scena della serie

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